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Street art: Lydia Emily, l'arte come testimonianza del nostro tempo
Creato il 06 marzo 2012 da Saradurantini @SaraDurantiniPer coloro che hanno una certa dimestichezza con la street art trattata in questo blog, la scena artistica è densa di personaggi, più o meno conosciuti, che tentano di contraddistinguersi e di emergere dal coro di voci che emerge dalle strade stesse. Lydia Emily sembra proprio essere riuscita a farsi notare. Oltre all'originalità delle sue opere politiche, le tecniche utilizzate (articoli di giornali su tela, acrilici e colori ad olio) e il contenuto sono sinonimi di una mente versatile che, al di là del proprio vissuto, ha qualcosa da raccontare.
La condivisione delle proprie idee sembrerebbe essere l'obiettivo di Lydia Emily. Fare breccia nel cuore delle persone, unirsi a tutti coloro che la pensano allo stesso modo, confrontarsi e dialogare anche con chi ha idee politiche diverse.
"The Audacity of Compromise" un dialogo aperto con il Presidente Obama e "I Remember When the Bad Guy Died and the War was Over", un'immagine con Winston Churchill, in riferimento alla morte di Osama Bin Laden, hanno entrambi attirato l'attenzione e l'entusiasmo non solo della critica e degli addetti ai lavori ma anche del pubblico in generale.
"Ho iniziato a fare street art politica nel momento in cui ho capito che le persone come me non hanno davvero voce in capitolo. Io non sono ricca, una celebrità o un politico. E le gallerie generalmente non mostrano street art politica. Quindi avevo bisogno di trovare un modo per emeregere come una testimone pubblica a ciò che accade e spesso passa inosservato". Sono le parole di Lydia Emily alla rivista Hi-Fructose.
"Testimone significa riconoscere ciò che accade, non solo per vederla passare sul tuo Twitter o Facebook (...) Io sono una testimone di ciò che accade e spero che il mio essere testimone faccia riflettere le persone su ciò che sta accadendo intorno a loro e su cosa possono fare per influire sul contesto sociale e politico". Aggiunge Lydia Emily durante la stessa intervista.
Bisogna ammettere, osservando le sue opere, che Lydia Emily è proprio riuscita nel suo intento. Una street artist che si distingue, che vuole raccontare qualcosa, che usa l'arte come testimonianza pacifica, come dialogo verso e con tutti. Un comportamento intelligente e civile che dovrebbe far riflettere coloro che, nelle ultime settimane, sfilano con striscioni per le città italiane, ineggiano alla pace usando come unico strumento di "dialogo" la violenza, non ascoltano chi la pensa in modo diverso da loro, si rifugiano in miti lontani e, il più delle volte, poco conosciuti travisando, spesso, il messaggio originario.
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