Oggi voglio parlarvi di streghe. Delle streghe della mia valle e di questa parte di Liguria che ancora oggi, riporta tradizioni e usi in merito. Oggi voglio parlarvi delle streghe e dei loro più comuni strumenti. Al di là di pentoloni, pozioni magiche e gatti neri, cosa da sempre è affiancata alla figura della strega, chiamata da noi Bazua, è la scopa. La scopa magica. La scopa che volava. La scopa che da sola si muoveva nella malconcia capanna. La scopa che le portava. Le portava su nel cielo scuro, molto in alto, a volteggiare sghignazzando tra la luna e le stelle. E le streghe, per viaggiare sul loro mezzo, si spogliavano di tutti i vestiti e cospargevano il loro corpo di un unguento che, non solo le proteggeva, ma le avrebbe rese più interessanti per Satana, il loro amato. Era per lui che viaggiavano decise per diversi, a volte molti, chilometri. In realtà, cari topi, le streghe si, sono esistite veramente, così come l’unguento e le scope, ma si dubita fortemente riuscissero a volare. Queste donne, ungevano con il famoso elisir, il manico della scopa e con essa ballavano danze sfrenate al chiar di luna quasi come ad avere un compagno. Questi riti potevano avere diversi scopi. La ramazza era comunque la loro compagna prediletta dalla quale non si dividevano mai. E’ da qui che nascono tutte le credenze e le leggende che ancora oggi, a noi in Liguria, e forse in tutto il mondo, fanno tuttora un certo effetto e oggi, grazie ai miei ricordi, ai racconti che mi sono stati tramandati dai nonni e a Massimo Centini che ha scritto il libro, a mio avviso davvero interessante, “Medicina e Magia popolare in Liguria”, voglio raccontarvene qualcuna. La scopa come protagonista, Sapevate ad esempio che se una ragazza camminava in equilibrio su un manico di scopa sarebbe diventata mamma prima di essere sposata? E sapevate che quando si cambia casa non bisogna portare dietro le vecchie scope? Si porterebbero dietro anche le disavventure precedenti. Per non parlare del “scopare i piedi”, come si usa dire da tutti noi, a una donna che ancora deve maritarsi. Questo lo conoscete di certo anche voi. La povera malcapitata, sarebbe rimasta zittella! Quando si comprava o si costruiva una casa nuova, bisognava tenere sull’uscio una scopa nuova per tre giorni, avrebbe allontanato gli spiriti maligni pronti a infestare la nuova dimora mentre, se una scopa disgraziatamente cadeva a terra, non bisognava scavalcarla, bensì raggirarla oppure aspettare che qualcuno passasse prima. Ma le credenze non sono finite. Vi è mai capitato di vedere un bimbo giocare con una scopa? Ebbene, un tempo questo significava l’arrivo di un ospite inatteso. La scopa è di per se, e da tempi remoti, uno strumento prettamente femminile. E’ stata inventata per le pulizie domestiche e quindi, di proprietà della donna. Un uomo che infatti veniva colpito dal manico di una scopa da parte di una signora (e un tempo accadeva spesso), sarebbe diventato impotente. La forza femminile aveva sovrastato quella maschile e, l’impotenza, sarebbe stata la grave conseguenza. E la gente dalle streghe si proteggeva con la scopa stessa. La mettevano davanti alla porta di casa, per terra, come a sbarrare l’uscio, tutte le sere prima di andare a dormire, proprio per impedire alle Bazue di entrare. Avete visto topi quante superstizioni si avevano e quante credenze? Immagino che ovunque ce ne siano. Queste sono le nostre, quelle che la mia gente si porta nel cuore, appartenenti ai Liguri e alle nostre streghe. Colonne di un tempo che reggono ancora alle quali non si crede ma… provate a scopare i piedi a qualcuno e vedrete il suo atteggiamento! E se v’interessa saperne di più, vi ho dato il titolo di uno dei libri più adatti. Un bacione da brivido, buona giornata.
L’ultima immagine è un disegno che si trova nel Museo di Triora.