Di solito non amo l’umorismo dei film americani, tranne in rari casi. Le commedie, per dire, le trovo sempre ripetitive, bloccate sul tris di gag peti-battute sui gay-battute sul sesso, come accade nei film di Rogen.
Ma ci sono casi rari, di film con un bassissimo budget, ma un buon cast e una buona sceneggiatura, che purtroppo non vi arriveranno mai, se non per sbaglio.
Ecco, Stretch è uno di questi. Una commedia e film d’azione nello stesso tempo, basato su concatenazione di eventi, e che si prende anche il tempo per sfottere un po’ di situazioni classiche di altri film.
Trama
Troviamo Patrick Wilson nel ruolo di Stretch, un ragazzo pieno di illusioni di essere un buon attore, ma che finisce a fare l’autista di limousine per lo star system losangelino. Dopo aver perso un sacco di soldi al gioco d’azzardo, stringe un accordo per restituirli poco alla volta, finché il debito non passa di mano, e i nuovi boss li vogliono tutti subito ed entro la mezzanotte.
Stretch aggancerà quindi un cliente plurimiliardario, nella speranza che gli lasci una mancia sufficiente a saldare il debito. Durante il suo compito, dovrà evitare di farsi soffiare il cliente da Jovi, il capo della concorrenza, e accontentare il tizio in tutto e per tutto, nonostante l’eccentricità.
Considerazioni
Il film è stato classificato per un pubblico adulto sopra i 17 anni, per via della scurrilità (ma dai…), per alcuni nudi (???) e la presenza di sostanze stupefacenti (mai vista la coca?), ma credo che chi lo abbia deciso non abbia visto la pellicola. A parte questo, e il fatto che sia un prodotto che è stato relegato subito al web e successivamente all’home video, Stretch è una commedia godibile, superiore a molte altre e più intelligente di qualsiasi film con Adam Sandler[1].
Tra l’altro, il cast è composto da alcuni nomi celebri (Jessica Alba, Ray Liotta, Chris Pine…) e alcuni cameo davvero gustosi, come quello di David Hasseloff o The Jovi, di cui non rivelerò l’identità, visto che la scoprirete solo alla fine.
Insomma, se volete farvi qualche risata senza impegno e con qualche trovata davvero geniale, questo Stretch fa al caso vostro. Segnatevelo per un futuro, se non siete anglofoni o non amate i sottotitoli.[2]
[1] Avrei detto pure Ben Stiller, se non fosse per The Secret Life of Walter Mitty, film che me lo ha fatto rivalutare molto, pena poi ricadere nel filmetto con la terza parte del Museoblablabla.
[2] Ecco, potrebbe però succedere che da noi venga ribattezzato “Un autista tutto matto” o cazzate del genere.