Stretching pericoloso

Creato il 23 aprile 2014 da Simonellif

Grouper Team / Esercizi / allungamento, atleta, attenzione, esercizi di stretching, importanza, metodica, muscoli, palestra, posture, sport, trauma, vita / 0 Comments

Nello sport lo stretching assume un’importanza basilare in quanto è proprio grazie a questo particolare sistema di allungamento/allenamento che il praticante raggiungerà la massima (ovviamente individuale) flessibilità muscolare.

Uno degli errori più comuni nell’atleta è quello di fare esercizi di stretching solo per un determinato gruppo muscolare, non rendendosi conto che il corpo è un insieme di catene muscolari.

Lo stretching fa bene, ma è necessario non dimenticare alcune regole fondamentali. Addirittura ci sono alcune situazioni in cui è meglio evitare di praticare questa serie di esercizi invece di farli in modo non corretto.

LA FRETTA. Lo stretching deve essere fatto con calma e concentrazione altrimenti può essere dannoso. Se non si ha tempo sufficiente meglio non farlo o farlo più tardi.

L’AMBIENTE. Fare gli esercizi (del dopo corsa) al freddo, magari tutti sudati non serve, anzi, può essere dannoso.

TRAUMA IN FASE ACUTA. Quando c’è un trauma che genera un dolore  muscolare o tendineo. In questi casi è preferibile  prima il  riposo e poi, quando il dolore sarà attenuato, effettuare gli esercizi.

DOPO UN TRAUMA. Eseguire lo stretching senza essere sicuri della perfetta guarigione può far rinascere il problema. Solo in casi specifici e previo consiglio di esperti in materia può essere utile fare stretching post trauma.

QUANDO LA STANCHEZZA È FORTE. Può capitare al termine di una gara o di un allenamento di sentirsi “cotti”. E’ preferibile eseguire lo stretching dopo qualche ora, o addirittura il giorno dopo.

QUANDO LA CONCENTRAZIONE È SCARSA. Prima di una gara, o perché  può succedere di essere un po’ agitati o causa dell’arrivo all’ultimo momento o a causa della normalissima “tensione pre-gara”. Invece di  eseguire qualche esercizio male, perché non sufficientemente concentrati, è  preferibile fare solo un po’ di corsa ed un po’ di allunghi.

LE SUPERFICI. Se non avete a disposizione una superficie adatta non fate gli esercizi, o attendete fino a quando non l’avete trovata. Il letto è troppo morbido, il tappeto è troppo duro. L’ideale è un materassino da  palestra o un paio di tappeti soprammessi.

NON SENTIRE MALE. Molti credono che lo stretching faccia bene solo se l’allungamento viene forzato  a tal punto da avvertire dolore. Sbagliato. Il dolore esprime una sensazione di disagio dell’organismo, quindi  è impensabile oltre che dimostrato che per ottenere maggior flessibilità sia necessario sentire male.

ESERCIZI SEMPLICI. La ricerca di  difficili posture quasi da contorsionista non è necessaria. Noi dobbiamo correre non fare  gli acrobati.

ATTENZIONE ALLE POSTURE. Spesso vediamo podisti che nell’intento di allungare i muscoli posteriori della coscia ed i glutei sottopongono la schiena a un lavoro decisamente dannoso. La schiena non deve mai essere piegata a livello dorsale. Come vedremo più avanti la flessibilità dei muscoli posteriori delle cosce deve essere sviluppata con la schiena in “scarico” cioè  in terra.

LO STRETCHING AL RISVEGLIO

Dopo una notte di sonno tutto è rallentato, è più difficile ogni movimento. Chi conosce molto bene il suo organismo e le tecniche di esecuzione dello stretching  potrà iniziare la giornata “allungandosi” senza meravigliarsi di vedere la flessibilità muscolare molto ridotta specialmente durante i primi esercizi. Chi invece non conosce bene la metodica è preferibile che cammini o faccia un po’ di cyclette prima  di fare stretching.

Fonte Lo stretching.


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