C’è un interrogativo che mi tormenta: devo fare stretching prima di tutta quella attività fisica che svolgo abitualmente o no?
Oggi ho finalmente avuto la risposta, e voi con me. Ce la fornisce uno dei più ampi studi sull’argomento, realizzato dall’organismo governativo USA Track & Field, che ha coinvolto quasi 1400 runners dai 13 a più di 60 anni.
Avete presenti quelli che si allenano tutti i giorni, metodicamente e con continuità, seguendo tempi e tabelle? Quelli che corrono come disperati, spesso rossi in viso, accaldati, dall’espressione stravolta, a volte anche sui marciapiedi di strade piene di gas di scarico o addirittura sulle strade stesse? Li incontri quando la mattina presto vai al lavoro, che tu ancora dormi e non sai chi sei, o alla fine di lunghe e pesanti giornate, quando tu agogni solo di toglierti le scarpe e spalmarti sul divano, mentre loro sprizzano energia e gocce di sudore.
Allora. Hanno preso questi stachanovisti della corsa e li hanno divisi in due gruppi: il primo faceva stretching prima di partire, il secondo no. A parte questa differenza, ritmi, tempi e modalità degli allenamenti erano gli stessi.
Prima ancora dei risultati (ve li faccio desiderare eh? siete impazienti? lo sapete che la procrastinazione aumenta il piacere?), mi è sembrato interessante, nonché emblematico, che i ricercatori abbiano avuto il loro daffare per arruolare un numero adeguato di volontari. Sì, perché molti, quando apprendevano che “rischiavano” di essere inseriti nel gruppo senza stretching salutavano e se ne andavano.
Comunque, dopo tre mesi di osservazione, la percentuale di lesioni era identica per entrambi i gruppi: 16%!
Facciamone tesoro.