Noto con piacere che in tanti commenti ai vari post sulla sentenza del TAR si esulta come a un gol del Pupone e si rigurgita la solita storia che i mezzi a Roma non funzionano. Volevo però fare qualche piccola considerazione di teoria economica, per cercare di capire il motivo per cui, in praticamente tutto il mondo civilizzato, si tassa la sosta dell'auto in città.
Ho studiato economia al liceo e all'università all'estero, ma immagino che anche in Italia sia standard, nei libri di corso di economia, utilizzare l'auto come esempio di bene che ha una “esternalità negativa di consumo”. E' un facile esempio infatti, visto che l'uso dell'auto ha dei ovvi costi sociali (inquinamento, rumore, traffico etc.) che il privato non affronterebbe e che sono quindi “esterni”. I vari libri di corso ci fanno quindi notare che l'interazione tra domanda e offerta privata porterebbe a un consumo eccessivo del bene, e che l'intervento del governo è necessario per ridurne i consumi e “internalizzare i costi”, cercando cioè di farli pagare al privato e non alla collettività.Va inoltre considerato che all'aumento della densità di popolazione, passando cioè dalla campagna al centro di una grande città, corrisponde un aumento dell'esternalità: al costo ambientale dell'inquinamento si aggiunge quello della congestione, dell'uso di spazi pubblici di sosta limitati, e una generale diminuzione della vivibilità.Uno stato funzionante, quindi, tassa e regolamenta l'uso dell'auto, sopratutto in città. La tassa ha il potere di internalizzare i costi sociali: il cittadino, costretto dallo stato, paga anche il costo sulla comunità e sull'ambiente e non solo quello privato. I soldi raccolti attraverso la tassa possono essere poi utilizzati, idealmente, per abbattere ulteriormente i costi sociali dell'auto.I vari commentatori che inveivano contro RFS con un “aho io già pago il bollo”, dovrebbero quindi cercare di capire che ci sono diversi tipi di tasse per contrastare diversi tipi di esternalità: una persona che usa sporadicamente l'auto in campagna, ha dei costi sulla collettività molto più bassi di un romano che ogni giorno va al centro e vi ci lascia la macchina per tutta la giornata. Inquinerà di meno (e pagherà meno tasse sulla benzina), non andrà in zone dove c'è un problema cronico di traffico (ed è giusto che non paghi ZTL) e non parcheggerà in città, dove lo spazio è un bene pubblico prezioso e scarso (e non pagherà quindi il parcheggio!).Come ho già scritto precedentemente, io non uso l'automobile in città, non contribuisco quindi al casino che è Roma in quanto traffico e parcheggi. Non sono l'unico, visto che sui mezzi pubblici non ci sono solo zingari e ubriaconi puzzolenti come affermano molti, ma tanta gente normale che, per necessità ma anche per scelta, prende i mezzi ogni giorno. Gente che magari preferisce pagare un po' più di affitto ed essere meglio collegato, o metterci il doppio di tempo ma risparmiare in soldi e stress, e che se ne frega della stigma sociale romanara del "prendere i mezzi".Perché noi che non causiamo traffico, non occupiamo suolo pubblico per ore o giorni dobbiamo comunque soffrirne i costi dati dalla minore vivibilità? Il pagare tariffe di sosta decenti e in linea con qualunque città europea, se non italiana, almeno ci consola un minimo: i soldi raccolti possono essere usati, per quanto inefficientemente alla romana, per qualcosa di pubblico. (Magari per evitare di anticiparci l'orario di chiusura della metro A?)Il discorso, spesso non valido, che per alcuni l'uso dell'auto è necessario perché non ci sono mezzi efficienti è quindi irrilevante. Le tasse sull'uso dell'auto devono esserci per “internalizzare l'esternalità”, riducendone il consumo e quindi gli effetti negativi sulla collettività, utilizzando le risorse generate per contrastarne ulteriormente i costi sociali, finanziando alternative come il trasporto pubblico.P.S.Ai vari commentatori che affermano, a volte correttamente, di vivere in posti mal collegati con il proprio lavoro, vorrei far notare che la cosa non è il risultato di un qualche piano regolatore sovietico, ma di scelte private, influenzate quindi da fattori economici. E il modo più facile di influenzare certe scelte è ovviamente quello di colpire il portafoglio; qualcuno soffrirà prima di adattarsi e commenterà indignato su qualche blog, ma è cosa inevitabile se si vuole cercare di migliorare la città.
Erik