Lo striscione veramente significativo è un altro. Quello che vedete in questa foto qui sopra. Uno striscione che prende come spunto per attaccare i tifosi avversari il fatto che nella loro città, una città di Camorra, si sia inventata - e lo si dice disprezzandola - "l'arte di pentirsi". Secondo i tifosi romanisti, secondo tutti i tifosi romanisti perché se ci fosse stata una persona per bene avrebbe fatto partire una ridda di fischi, se ci fosse stata una persona per bene si sarebbe svuotato lo stadio lasciando dentro solo i quattro animali che hanno scritto ed esposto questa barbarie, secondo i tifosi romanisti, dicevamo, il problema di Napoli non è la Camorra micidiale e assassina, secondo i tifosi romanisti il problema è della criminalità è che poi qualcuno si pente, che qualche "infame" collabora con lo stato e con la giustizia per porre fine allo strapotere delle mafie.
Non è la prima volta, ma è rarissimo in Italia vedere striscioni negli stadi così smaccatamente a favore delle mafie, contro chi le mafie - anche e soprattutto grazie ai pentiti - cerca di debellarle per il bene di tutti. Ci sono stati striscioni magari a favore del singolo boss, riferimenti a singoli episodi. Ma è davvero molto raro vedere prese di posizione di intere tifoserie così platealmente a favore dei principi mafiosi, dell'onore, dell'infamia di pentirsi. Neppure la più profonda e radicata 'Ndrangheta calabrese arriverebbe a manifestazioni di collateralità coi principi criminali come sono riusciti a fare i tifosi della Roma.
E' assai significativo che questo avvenga nella nostra città. E' assai significativo che avvenga in quella che - da dicembre lo abbiamo scoperto - è una città di mafia enormemente più "di mafia" di Napoli, Reggio Calabria o Palermo. Mafia Capitale è quello striscione, ma quello striscione è molto di più di Mafia Capitale. Quello striscione è tutta la città. E' la città del fattelicazzitua, è la città del chi se fa l'affari sua torna sano a casa sua. E' la città nella quale l'omertà e la paura sono molto più pericolose dell'omertà e della paura delle regioni mafia del sud Italia. Perché lì il crimine e crimine, con le sue logiche e i suoi codici (e con qualcuno che, con maggiore o minore efficacia, prova a combatterlo), qui invece il crimine è sistema, è status quo, è normalità. E' l'atteggiamento che i babbi insegnano ai figli senza neppure rendersene conto a tutti i livelli sociali: poveri, ricchi, istruiti, ignoranti. Una mentalità mafiosa profonda e radicata che non ha cittadinanza, in questi termini e con queste modalità, ne a Caserta, ne a Crotone ne a Corleone. Li il problema c'è, è enorme, ma è un problema. Qui il problema c'è, è enorme, ma è sistema. E se provi a combatterlo quello strano, quello pazzo, quello malato, quello da guardare come un disadattato sei tu.
Oggi sulla stampa o si fa finta di niente o si stigmatizzano (molto bene Gianni Mura su Repubblica) gli attacchi alla mamma di Ciro. Niente sugli striscioni pro-Camorra.
E' la città che combatteremo finché ne avremo le forze e le possibilità anche se questo dovesse servire a convincere uno solo di voi che leggete. Convincerlo di quanto questa impostazione mentale profondamente dannosa e malata.