Come moltiplicare i colpi di scena in una storia e tenere alta la suspence? Ce lo dimostra il regista Danny Boyle, con “In Trance”.
E’ in programmazione su Sky In trance (thriller, Uk, 2013), del regista Danny Boyle. Dal punto di vista della struttura narrativa, è un film molto interessante perché l’idea di partenza della storia, che è decisamente semplice (così semplice da dover essere rivelata solo negli ultimissimi minuti del film), è trattata con grande tecnica. Tanto che quest’anno In trance ha conquistato la nomination come miglior thriller all’Empire Awards (Londra), dove è il pubblico a votare.
Gli sceneggiatori, John Hodge e Joe Ahearne, con il montaggio di Jon Harris, hanno scomposto e ricomposto i pezzi della storia in modo tale da moltiplicare i colpi di scena e tenere alta la suspence fino alla fine del film.
Dopo la prima visione, quando si è capita la dinamica dei fatti, si può studiare la sceneggiatura e l’abile incastro narrativo in seconda e terza visione (basta registrarla su l’hard disk di My-Sky).
In trance è uno splendido modello di struttura narrativa e dimostra che nessuna idea è povera se è trattata con passione e con tanto lavoro professionale.
Plot – Simon, che lavora in una prestigiosa casa d’aste, si unisce a una banda criminale per trafugare un capolavoro di Goya, venduto all’asta per la fantastica cifra 25 milioni di sterline. Durante il furto, però, Simon viene colpito duramente alla testa e il trauma gli impedisce di ricordare dove ha nascosto il preziosissimo bottino. Poiché nemmeno le torture fisiche sortiscono alcun effetto, il capo della banda, Franck, decide di provare con l’ipnosi. Simon sceglie di farsi curare dall’affascinante dottoressa Elisabeth Lamb, ma più la donna si addentra nella mente dell’uomo più il mistero, anziché dipanarsi, s’infittisce.
Recensione a c. di Carlo Palmieri
Link info:
- film In trance, (Wikipedia)
- Struttura narrativa (Wikipedia)
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