La ricerca ha coinvolto 872 persone. Dai risultati si è verificato che lo studio durante l’infanzia genera delle modifiche a livello cerebrale in grado di difendere il cervello dallo sviluppo dell’ Alzheimer. Studi effettuati negli ultimi anni hanno sempre constatato che il livello di istruzione e il rischio di demenza sono inversamente collegati: una relazione quantificabile, in percentuale, con un calo dell’11% nel rischio di demenza per ogni anno in piu’ passato sui libri.
Lo studio condotto dall’Università di Cambridge (Gran Bretagna), dimostra che l’istruzione nel corso della prima infanzia sembra generare determinati cambiamenti nel cervello in grado di difenderlo dalla demenza”.
Sin da piccoli il nostro cervello è portato ad apprendere sempre più notizie possibili ma con il passare degli anni e quando si giunge a 60-65 anni, si può rischiare di avere malattie come l’Alzheimer.
L’Alzheimer è una patologia a carattere degenerativo del sistema nervoso centrale. L’esordio sintomatico è a carattere “insidioso”: i primi sintomi sono lievi, sono difficili da riconoscere e sono tantissimi:
Amnesia: è uno dei principali sintomi dell’Alzheimer. L’amnesia anterograda è l’incapacità di ricordare cose recenti. I pazienti affetti da demenza di Alzheimer tendono ad avere un (relativamente) buon ricordo delle cose passate ma a non ricordare le cose nuove, recenti. – Aprassia: è l’incapacità di compiere azioni comuni – Agnosia: è l’incapacità di riconoscere cose comuni. - Anomia: incapacità a denominare un oggetto, pur riconoscendolo. - Disorientamento spazio-temporale: quando il paziente non sa rispondere alle domande “che giorno è oggi”, “in che mese siamo, in che stagione, in che anno. – Acalculia: il soggetto non sa compiere operazioni matematiche elementari. – Agrafia: il soggetto ha difficoltà di scrittura. Nelle forme più gravi non riesce a scrivere nemmeno la propria firma. – Deficit intellettivi: peggioramento delle capacità di ragionamento, di pianificazione e di giudizio.
Ma fa bene soprattutto perché è l’unico modo per arricchire la nostra cultura e per insegnare al nostro cervello a ragionare.
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