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Una delle frontiere dell'astronomia è la ricerca di pianeti lontani. Ricerca che, negli ultimi anni, ha compiuto passi da gigante, tanto che il numero di pianeti extrasolari si attesta ora ad oltre 500 corpi gassosi e rocciosi.
Ma come fare per scoprire se un pianeta extrasolare è simile alla Terra, e quindi potenzialmente abitabile? O come distinguere con precisione se un pianeta è gassoso o roccioso, e conoscere la composizione della sua atmosfera? Un metodo potrebbe essere lo studio dei colori emessi dal pianeta.
Lucy McFadden, astronoma della NASA, ha recentemente descritto un metodo semplice per distinguere un pianeta del nostro sistema solare basandosi sui suoi colori. "Il metodo che abbiamo sviluppato distingue i pianeti. Fa sembrare la Terra un posto unico" dice Carolyn Crow della UCLA, collaboratrice del progetto.
Il problema principale per la ricerca di pianeti extrasolari rimane di tipo tecnologico. Non disponiamo infatti di strumentazione tale da poter realizzare un'immagine diretta di pianeti extrasolari, e potremmo aspettare almeno 5-10 anni prima di vedere una tecnologia simile.
Ma quando sarà possibile riprendere direttamente un pianeta extrasolare (si tratta di "quando", infatti, non di "se"), si potranno distinguere diverse tipologie di pianeti dall'emissione colorata che percepiremo coi nostri strumenti. "Come i telescopi crescono di dimensioni, ci sarà il potere di raccolta della luce necessario per osservare i colori dei pianeti che orbitano attorno ad altre stelle" dice McFadden.
Grazie alla missione Deep Impact della NASA, McFadden e Crow hanno studiato i colori della Terra, della Luna e di Marte, cercando di creare un modello realistico di come un'ipotetico viaggiatore dello spazio potrebbe vedere il nostro pianeta da una distanza pari a milioni, se non miliardi, di chilometri.
La tecnica si basa sull'analisi dei colori di un pianeta attraverso tre differenti filtri (blu, verde e rosso), che mettono in evidenza le differenze tra pianeti. Basandosi sui dati, è stato poi creato un diagramma che raggruppa i pianeti in base alle somiglianze nelle emissioni luminose che le loro atmosfere o superfici riflettono.
La Terra, secondo questo metodo, appare come un interessantissimo mondo che emette luce azzurra e blu. Il nostro pianeta, inoltre, non assorbe molta luce infrarossa, contrariamente a quello che accade su Giove o su Saturno. Questo perchè l'atmosfera terrestre non contiene elementi come metano e ammoniaca, che riflettono la luminosità ultravioletta e caratterizzano lo spettro luminoso dei giganti gassosi sopra citati.
Un giorno, questa tecnica di analisi dei colori dei pianeti potrà fornirci informazioni preziosissime sull'atmosfera e la superficie di un mondo lontano. "Ci sono alcune cose che possiamo dire dai colori, ma ci sono altre che non possiamo scoprire senza ulteriori informazioni" spiega Crow. E' infatti difficile dire, basandosi solo sui colori, se un pianeta è identico al nostro, ma la combinazione di differenti tecniche, questa inclusa, potrà dirci se la Terra èl'eccezione dell'universo o rappresenta la norma.
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