“Anziché una gerarchia di saperi ci vorrebbe un’armonia dei saperi”. Cioè, non ci sono materie scolastiche migliori o peggiori, come spesso accade in alcune scuole superiori particolarmente specializzate. Per Gianni Guazzotti, responsabile scolastico provinciale dei giochi sportivi studenteschi (gli ex giochi della gioventù) in alcuni casi ci sarebbe poco sostegno dei professori verso chi ha un’inclinazione più fisica che mentale. Insomma, se vuoi praticar sport mentre studi alle superiori, si fa fatica. “I professori non ammettevano troppe assenze”, ricorda Alice Cometti, campionessa di scherma, ora presidentessa del CUSPO (Comitato sportivo Universitario del Piemonte Orientale): “Faccio gare da quando avevo dieci anni ed ho sempre conciliato tutto: palestra al pomeriggio, studio alla sera. Ma certi docenti non gradivano le assenze nel fine settimana, quando di solito si organizzano i tornei. E’ demotivante e l’entusiasmo nell’attività fisica conta molto”. Ci sono professori con l’occhio lungo, talent scouts capaci di capire e valorizzare le potenzialità dei giovani? “Qualche collega”, ricorda Guazzotti senza sbilanciarsi, “ha scoperto dei potenziali atleti ed altri hanno indirizzato ragazzi discipline diverse da quelle di partenza”.
Due ore di ginnastica, pardon, educazione fisica, non sono comunque sufficienti: i ragazzi che decidono di praticare sport in modo “serio” lo fanno parallelamente alla scuola principale, e non all’interno: “Il Liceo sportivo”, dice Guazzotti, “potrebbe essere una buona idea. I ragazzi possono essere agevolati negli allenamenti e la loro giornata non cambierebbe”. ”Speriamo che non sia come il liceo sportivo sperimentale di Vercelli”, ribatte la Cometti: “Qualche ora in più di sport ma poco altro di diverso”.
Nonostante tutto i nostri giovani continuano a ben figurare ai campionati nazionali. Dalla pallavolo al badminton, fino all’atletica, non mancano mai finalisti provenienti dalle scuole della provincia di Alessandria.