“Mi chiedi se mai tornerò in Italia e io devo rispondere dal punto di vista dei miei figli, oggi piccoli: non credo. Per quanto in crisi, la Spagna è un Paese ancora ordinato, con una logica sana nelle cose che si fanno quotidianamente. Con un clientelismo ridotto, rispetto all’Italia. Qui in Spagna sono nettamente meno i lacci e i lacciuoli tipici del “sistema Italia” e delle sue corporazioni… e comunque le regole esistenti non ostacolano la crescita dei giovani professionisti. Il mercato, per quanto impietoso, fa la selezione“.
E’ un ritratto lucido del mercato del lavoro italiano quello che traccia Marco Bolognini, 35enne avvocato al lavoro in un importante studio legale di Madrid. Marco, una passione per il ruolo del “difensore legale” fin da bambino, si iscrive alla Facoltà di Giurispreudenza di Bologna. Centrale per la sua formazione professionale si rivela l’anno di Erasmus a Valladolid, nel centro della penisola iberica, dove gli si apre un mondo nuovo: a Valladolid impara cosa significhi non solo studiare, ma pure lavorare, come avvocato. “L’università pubblica in Spagna era un altro mondo, molto più vicino allo studente e molto più pragmatica ed utile“, annota Marco, criticando l’inadeguatezza del rapporto dei nostri atenei con il mercato del lavoro.
La svolta per Marco arriva nel 2001, quando a 25 anni si laurea, e -con grande lucidità- affronta con la fidanzata spagnola il bivio che si para loro davanti: quale Paese offre ai due maggiori possibilità di crescita professionale? L’Italia o la Spagna? Dieci anni prima la risposta sarebbe stata quasi automatica. Ma, agli albori del Terzo Millennio, la sorpresa è dietro l’angolo. Il Paese delle opportunità, adesso, si chiama Spagna.
Marco ottiene una borsa di studio Leonardo, che lo porta da stagista in un prestigioso studio legale di Madrid. A seguire, un altro stage nella sede madrilena di una banca italiana, prima di approdare nel suo attuale studio, dove ottiene subito una posizione da “abogado junior”.
Marco Bolognini scopre subito un ambiente di lavoro giovane e dinamico, con i tre soci fondatori -all’epoca appena quarantenni- disposti a scommettere su di lui, per aprirsi al mercato degli investimenti stranieri. E’ l’epoca del miracolo economico della Spagna. Marco affronta la sfida, a prezzo di una formazione durissima e di un impegno costante, che lo portano a crescere professionalmente alla velocità della luce, fino ad arrivare alla nomina -un anno fa- a socio dello studio, unico straniero a diventarlo.
Da due anni Marco è anche editorialista del più diffuso giornale economico di Spagna, “Expansion”: un incarico ottenuto per caso, dopo aver conosciuto a una cena il direttore del quotidiano. E aver parlato con lui per ore, senza avere la benché minima idea di chi si trovasse di fronte…
Marco in cuor suo spera di poter tornare un giorno in Italia: ma in un’Italia diversa, moderna, meno gerontocratica, e dove il ricambio generazionale non segua -come spesso avviene nell’avvocatura- logiche squisitamente famigliari o di cooptazione. Ma di merito.
Ospite della puntata è Maria Katie Bua, 25enne avvocatessa italiana al lavoro nello studio di Marco. Anche lei vi è arrivata mediante selezione, dopo un espatrio: i due ospiti del programma sono divisi da una generazione, ma entrambi lavorano in Spagna. Perché? Cosa è cambiato, o non è cambiato, in termini di prospettive professionali per gli avvocati in Italia, a distanza di dieci anni?
Nella rubrica “Spazio Emigranti” apriamo un nuovo filone di inchiesta, quello relativo ai programmi delle regioni italiane per il rientro dei professionisti, o per l’incentivo alla formazione all’estero. La prima puntata dell’inchiesta fa tappa nella Regione Veneto: l’assessore ai Flussi Migratori Daniele Stival ci spiega quali sono i progetti e i finanziamenti sul tavolo per il ritorno dei veneti dall’estero.
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La discussione lanciata in trasmissione: “Le universita’ italiane preparano a sufficienza per il mondo del lavoro? Quale giudizio date ai nostri atenei, soprattutto se raffrontati con quelli stranieri? Infine, la preparazione universitaria italiana aiuta, nel trovare lavoro all’estero?”
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