Conosco Emiliano da un paio d'anni, con il suo StudioPretzel lo incontro la prima volta nella sezione il suo del New Beats a Pitti Uomo, ricordo ancora che esponeva uno shorts con un tessuto raffigurante soggetti orientali strepitoso. Da quella collezione il suo brand ha fatto passi da gigante, le collezioni si sono ampliate e ha "tentato la fortuna" oltre le Alpi. Apprezzo il suo lavoro, minuzioso, calmo e indipendente, con esso è riuscito a ricavarmi un suo spazio di pace, il suo giardino Zen. Di seguito una piccola intervista ad Emiliano per addentrarsi con lui in StudioPretzel.
Iniziamo dalle origini, come nasce e perchè il nome Studio Pretzel? Studiopretzel nasce con la voglia di unire la capacità di mettersi in gioco con un lavoro nuovo e allo stesso tempo la volontà di non prendersi troppo sul serio. Non è il lavoro che ti definisce, ma quello che sei, che pensi, che dici. Quindi una risata ci sta sempre bene, anche nei momenti seriosi come quelli lavorativi. Le tue collezioni si ispirano all'oriente, alle tradizioni ma anche alle contemporaneità. Che legame hai con queste terre? con il Giappone ho sempre avuto un rapporto privilegiato, avendo amici che abitano là. C'è sempre stato uno scambio quindi con quel paese. Ho sempre amato (quasi) tutto del Giappone: dalla religione ai fumetti, dai paesaggi al cibo. Parliamo della collezione spring/summer 2014. Qual'è il mood e cosa la contraddistingue? hai utilizzato stampe di metropoli nipponiche importanti. Da dove nascono? la collezione estiva 2014 parte dal concetto di viaggio e da alcune poesie di Pedro Salinas, che proprio orientale non è, ma che in alcuni scritti rievoca delle atmosfere che per me sono molto vicine a quelle dei film di Kitano e di Wong Kar Wai. Di conseguenza mi è sembrato naturale usare, per le stampe di alcuni pezzi della collezione, alcune foto in analogico fatte da me in Giappone. Ne avevo fatte tante in bianco e nero e a colori, ma ho voluto scegliere quelle a mio parere più rappresentative. La spring/summer 2014 ha avuto una preview della collaborazione con V.V. by Kidz da cui hai sviluppato la collezione fall/winter 2014/2015 che hai presentato a White. Come nasce la collaborazione e dove hai ricercato le grafiche? la preview che ho portato in giugno a milano al white mi era stata espressamente richiesta da loro (White ndr.). Ho voluto quindi fare uno sforzo per quanto riguarda i tempi e lavorare in anticipo sull'idea che avevo per l'invernale. Mi piaceva rimarcare l'idea del fatto a mano, in toscana, da artigiani, artisti, fasonisti della zona. Augusto Titoni, artista e mente dietro al progetto di abbigliamento KIDZ mi ha perfettamente supportato nell'intento, rendendo una collezione nuova, quella invernale, con toni dal sapore vintage, stropicciati, meravigliosamente 'sciupati'. Facendo un bilancio, cos'è la cosa che ti ha dato più soddisfazioni da quanto è nato StudioPrezel? la soddisfazione principale è trovare persone, siano esse buyers, giornalisti o 'semplici' affezionati, che capiscono il concetto che stai portando avanti. Vuol dire allora che il discorso non è chiaro solo a te, ma in qualche modo passa anche agli altri. un po' come nell'arte, no?