E' tutto il giorno che rimango distaccata dalla tua dipartita. Non mi fa effetto, mi sono detta per ore. Nessun effetto. Le tue ultime apparizioni non mi piacevano, trovavo caricaturale il tuo personaggio, il trapianto di capelli, questo ritmo nei gorgheggi sempre ostentato, un'età che arrivava e che non sembravi accettare.
Oggi.Mi fermo. Vado indietro nella memoria e nell'indigestione di saluti a te rivolti da sconosciuti, mi metto ad osservare. Più che gli altri, la mia memoria.
Ho 11 anni. Gli occhiali grandissimi e i capelli corti. Non so niente di me. Iniziano i ricordi di qualche primo desiderio, di qualche emozione che un paio di mesi prima non esisteva, da poco mi batte il cuore per qualche canzone. I miei genitori hanno il giradischi in salotto, una collezione di dischi di musica classica con copertina bianca e i ghirigori dorati. Ci siamo trasferiti da poco a Trieste, non comprendo il dialetto e cerco di inserirmi nei giochi del cortile e nelle gare di bicicletta ( almeno non si parla).Torno a casa in quei primi mesi molto sudata, un po' sconsolata, gironzolo per la casa, annoiata. Il primo regalo che contiene musica arriva quella sera, dalle mani di papà.Banana Republic. 33 giri.Guardo questi due uomini barbuti con il cappello di paglia e la chitarra a tracolla. Mi sembrano vecchi. Non ho voglia di accendere la loro musica, così lontana, così insignificante e sconosciuta.Eppure lo faccio, puntina, disco che gira, fruscìo.
Ma come fanno i marinai...a baciarsi fra di loro...
Perdona la mia stupidità.
.
Magazine Diario personale
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