di Giuseppe Leuzzi. “Vedere un male altrui è piacevole. E piace non perché è un male ma perché è altrui. Da ciò proviene che gli uomini siano soliti accorrere allo spettacolo della morte e del pericolo altrui. Analogamente vedere un bene altrui è molesto, non tuttavia in quanto è un bene, ma in quanto è altrui” (Hobbes (“De Homine”, XI, 12)
“Ricevere un bene è meglio che non averlo perso. Quindi, essere convalescente è meglio che non essere stati ammalati” (Id., XI, 14).
“L’ozio affligge. La natura non sopporta né spazio né tempo vuoto” (Id., X, 15).
“Vado dunque a tentare di provare i seguenti principi: Che il soggetto al quale il colore e l’immagine sono inerenti non è affatto l’oggetto visto.Che non c’è realmente fuori di noi niente di ciò che chiamiamo immagine o colore” (Hobbes, “Della natura umana”, II, 4).
“Gli anziani sognano più spesso e più penosamente che i giovani” (Id., III, 2)
“La passione del riso è un moto improvviso di vanità, prodotto dalla percezione improvvisa di qualche vantaggio personale, a fronte di una debolezza che rimarchiamo nello stesso tempo negli altri” (Id. IX, 13).
“Essere continuamente sorpassato, è disgrazia.Sorpassare continuamente quello che precede, è felicità.Abbandonare la corsa, è morire” (Id., IX,15)
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