Dalla Libia alla Grecia fino a tutti i Balcani sono numerose le testimonianze raccolte da Msf che raccontano il fallimento dell'Europa nella protezione dei rifugiati
L'imbarcazione Phoenix dell'organizzazione Moas sulla quale Medici senza frontiere ha prestato soccorso medico
Medici Senza Frontiere (Msf) boccia l’Unione Europea in materia di accoglienza.
Un rapporto pubblicato martedì 19 gennaio dall’organizzazione non governativa medica, afferma che l’Ue non è stata in grado di far fronte alla crisi umanitaria di migranti, richiedenti asilo e rifugiati.
Il rapporto, intitolato ‘Corsa a ostacoli verso l’Europa’, denuncia le disastrose conseguenze delle politiche europee e spiega come Msf e altre associazioni siano state costrette a potenziare le proprie operazioni e aumentare il personale in Europa, a causa dell’inadeguatezza delle risposte dei governi.
Mai prima d’ora, Msf aveva deciso di mobilitare imbarcazioni per la ricerca e il salvataggio in mare. Il direttore delle operazioni di Msf, Brice de le Vingne, ha dichiarato: “non solo l’Unione Europea e i singoli governi hanno fallito nell’affrontare la crisi in modo collettivo, ma le loro politiche di deterrenza unite a una risposta confusa alle necessità umanitarie di quanti sono in fuga ha contribuito attivamente a peggiorare le condizioni di migliaia di uomini, donne e bambini vulnerabili".
Brice de le Vingne ha poi aggiunto: "il fatto che stiano cercando sicurezza e una vita migliore in Europa non è un fenomeno nuovo. Al contrario, è un fenomeno con cui abbiamo familiarità, ma dall’inizio del 2015, quando il Mediterraneo si è trasformato in una fossa comune, abbiamo deciso che non potevamo starcene a guardare dalle spiagge".
Il rapporto descrive gli ostacoli che l’Ue e i singoli governi hanno posto sul cammino di oltre un milione di persone in fuga dalla guerra e dalla persecuzione, dal non aprire una via alternativa al mortale viaggio via mare, alla costruzione di barriere di filo spinato, alle continue modifiche delle normative e delle procedure di registrazione, fino a veri e propri atti di violenza in mare e ai confini terrestri.
Msf ha fornito assistenza medica e psicologica a più di 100mila persone, collezionando testimonianze drammatiche.
"In alcuni casi, queste persone sono state vittima di rapimenti o sono state testimoni di morti. La maggior parte di loro ha rischiato la vita, è stato detenuto in prigione, è stato torturato e stuprato, prima e durante il viaggio verso l'Europa", ha dichiarato uno degli psicologici del team Msf di Roma.
In altri casi Msf ha raccolto testimonianze di gommoni abbordati e affondati lungo il viaggio tra la Turchia e la Grecia da uomini mascherati con lo scopo di derubare i migranti in viaggio. Altre violenze sono state documentate lungo tutta la rotta dei Balcani.
Senza contare le carenze delle strutture di accoglienza in Italia e in Grecia.
"Nel 2016, i paesi europei devono fare un bilancio sui costi umani delle decisioni che hanno adottato, prendersene la responsabilità e imparare dagli errori commessi” ha detto Brice de le Vingne.
Mentre Aurelie Ponthieau, consulente per le questioni umanitarie di Msf, ha dichiarato: “è un nuovo anno, ma sappiamo che queste persone continueranno a rischiare la vita e nessuna politica restrittiva li farà desistere dal cercare un futuro migliore per sé stessi e per le loro famiglie. Continuiamo a richiedere che venga aperto un passaggio sicuro e a sollecitare l’Europa perché smetta di giocare con la vita e la dignità di queste persone. La crisi è lontana dall’essere finita e l’assistenza in Italia, in Grecia e nei Balcani è inadeguata”.
Fonte: The Post Internazionale