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Su Estropico: Dio e il bit dell'Universo, di Andrea Vaccaro

Creato il 16 gennaio 2011 da Estropico
Su Estropico: Dio e il bit dell'Universo, di Andrea Vaccaro
I teorici d'Europa e America s'interrogano sul ruolo rivestito dal divino: Software cosmico, Sommo Programmatore o Piattaforma esterna dove «gira» il codice della creazione?  Dopo la metafora del Grande Orologio e della Grande Macchina, oggi la riflessione di ricercatori e filosofi indaga l'idea del Cosmo come Mega Computer
Nel giugno 2002, il 'New York Times' divulga un'idea fino al momento coltivata con cautela solo in certi settori scientifico-culturali all'avanguardia. Si tratta di una di quelle idee da somministrare al grande pubblico in dose diluita e graduale, se non si vuole l'immediato rigetto e un gran scotimento di capo da parte del lettore. Ed invece il giornalista George Johnson, con stile moderatamente caustico, la 'sbatte sulla pagina' senza premessa alcuna: per certi scienziati, sempre alla sfrenata rincorsa del nuovo, l'universo è un computer. Al cuore dell'articolo, è segnalata la Lloyd's Hypothesis, il principio formulato dall'ingegnere quanto-meccanico del Mit, Seth Lloyd: siccome ogni molecola, ogni atomo e quark registrano informazioni, il modo migliore per cogliere l'essenza di un oggetto - minimo o massimo che sia - è conoscerlo come un dispositivo che processa bit. Un computer, insomma. Il 'NY Times' aggiunge che Lloyd ha voluto sottoporre la sua audace ipotesi ad un dibattito aperto tramite il sito edge.org. Ebbene, nella settimana successiva alla notizia, il sito menzionato riceve oltre mezzo milione di visite, contro le sessantamila medie mensili. C'è solo da prenderne atto, ormai: la metafora del computer incuriosisce, interessa, avvince, in certi casi, convince. L'immagine già dantesca, galileiana e newtoniana del cosmo come un Grande Orologio, con i suoi meccanismi ad ingranaggi e ruote, cedette il passo, al tempo della Rivoluzione industriale, al cosmo-Grande Macchina a motore, e il tutto fu ridescritto in termini di legge della conservazione dell'energia. Oggi, nell'età dell'informazione, la metafora prediletta è mutata: si studia la mente come fosse un software, si vede il divenire della natura come un cosmico automa cellulare e, soprattutto, si pensa all'universo come un Grande Computer.
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Immagine: QCDOC Supercomputer, by Brookhaven National Laboratory

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