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Su Google la mappa dell’estinzione dei dinosauri

Creato il 10 dicembre 2013 da Media Inaf

Cosa è successo davvero lungo la scarpata di Campeche in Messico? Alcuni geologi hanno realizzato delle mappe, inserite da poco su Google Maps e Google Earth, per studiare nel dettaglio l'impatto dell'asteroide che causò il cambiamento di clima sulla Terra e l'estinzione di piante e grandi animali. Il sito si trova a migliaia di chilometri sotto il livello del mare.

di Eleonora Ferroni Questa mappa mostra il Golfo del Messico, la scarpata di Campeche e il cratere da impatto ormai sepolto. Immagine da Google Earth

Questa mappa mostra il Golfo del Messico, la scarpata di Campeche e il cratere da impatto ormai sepolto. Immagine da Google Earth

È ormai acclarato che l’impatto di un asteroide nello Yucatan sia la causa della drammatica alterazione del clima di un’intera parte del pianeta e della conseguente estinzione dei dinosauri 65 milioni di anni fa. Da qualche mese i ricercatori sono a lavoro per realizzare una mappa dettagliata della scarpata di Campeche dove sarebbe avvenuto effettivamente l’impatto.

Il team del professor Charlie Paull, del Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI), ha utilizzato sonar multifascio sulla nave da ricerca Falkor, con la collaborazione dell’Ocean Institute Schmidt. Le mappe sono state recentemente inseriti su Google Maps e su Google Earth per permetterne la visualizzazione e la fruizione da parte di ricercatori e del pubblico.

Cosa è successo in Messico?  Un asteroide o una cometa sarebbe il vero responsabile della cosiddetta “transizione Cretaceo/Paleocene”. La conseguente tempesta di fuoco e la nube di polvere hanno causato l’estinzione di molte piante terrestri e grandi animali, tra cui la maggior parte dei dinosauri.

Questa settimana all’American Geophysical Union (AGU) a San Francisco, i ricercatori del MBARI presenteranno la prova che i resti di questa devastante impatto si trovano lungo l’immensa scogliera sottomarina nel Golfo del Messico meridionale. Il cratere studiato da anni dai ricercatori è largo circa 160 chilometri, ma non è più visibile, sepolto, ormai, sotto centinaia di metri di detriti e quasi un chilometro di sedimenti marini. Resti dell’impatto sono stati ritrovati in altre parti del mondo.

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Paull ha a lungo sospettato che le rocce potrebbero trovarsi lungo la scarpata di Campeche, una scogliera sottomarina di 600 chilometri di lunghezza a nord-ovest della penisola dello Yucatán. Alta quasi 4000 metri, la scarpata di Campeche è una delle scarpate più ripide e più alte della Terra, paragonabile per conformazione ad una parete del Grand Canyon ma sotto il livello del mare. Studiando le pareti della scarpata si può leggere la storia della penisola. Paull spera, un giorno, di poter effettuare uno studio sul campo a migliaia di metri di profondità.

Le mappe potrebbero aprire un nuovo capitolo nella ricerca di uno dei più grandi eventi di estinzione nella storia della Terra. Già ricercatori di MBARI e di altre istituzioni utilizzano questi dati per pianificare ulteriori studi in questa zona poco conosciuta del Messico.

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Per saperne di più:

Leggi anche la news su Media INAF  “Ora è ufficiale, è stato l’asteroide”

Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni



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