E’ possibile che uno studente entri nella performance dell’orale con scombiccherata scioltezza e – passati i primi minuti di necessario aggiustamento – ne torca le regole a sua immagine fino a trasformarla nell’emanazione originale della sua personalità autentica?
E’ possibile che l’alunno meno adatto a celebrare i fasti di una scuola tecnica salga metaforicamente in cattedra, regalando, con educato distacco, il suo sguardo umanistico sul mondo di strade, dighe e ponti a tutti gli ingegneri?
E’ possibile – per ordine alfabetico – entrare a colloquio dopo l’annunciato 100 (sì, Peter Pan è andato molto bene, grazie) e trasformare la paura in punto di forza, rendendo il proprio approccio al mondo (e dunque anche alla discussione con i sette insegnanti) il punto di vista vero e unico dell’intera narrazione?
E’ possibile, evidentemente, anche se la testimonianza oculare dell’evento è affidata solo a sua sorella Peggy, ovviamente alla ‘povna e a un trafelato Calvin (entrato in leggero ritardo): gli unici che, ieri mattina, a partire dalle 11, hanno avuto il privilegio di assistere agli orali di Corto Maltese.
La ‘povna e il suo alunno prediletto avevano trascorso la giornata di vigilia in modalità tranquilla: lei aveva lasciato aperto per tutto il pomeriggio – secondo mutui accordi – il canale telematico. Lui ne aveva approfittato per chiedere un paio di chiarimenti e di rettifiche. Poi, dopo la telefonata di rito (“In bocca al lupo, Corto, ci vediamo domani”), la ‘povna se ne era andata da Viola, a festeggiarne il compleanno. Mentre Corto era rimasto ancora un poco, impavido, a studiare.
La mattina seguente Corto arriva a scuola verso le 8.30. La ‘povna lo intuisce, alza gli occhi. Il primo sguardo è di sollievo. Seguendo i suoi consigli (si era raccomandata con lei persino l’Ingegnera Tosta: “Digli di mettersi a modino e di non essere stropicciato come sempre; e, se possibile, chiedigli di non presentarsi, così suo solito, esibendo la tesina, piegata in venti parti, dalla tasca di dietro dei calzoni”), Corto è ordinato e a posto. I fogli della ricerca – per quanto la prima pagina tradisca una caduta in acqua – sono abbastanza lisci. L’effetto complessivo è buono e originale.
I minuti scorrono veloci, e in un batti baleno è il suo turno. Lui entra, saluta, firma. Aspetta la PresidentA.
“Allora, esponici il tuo argomento: ho visto che hai scelto di parlarci di Berlino”.
Le parole del suo scritto – un racconto critico della città-segreto d’Europa e del mondo condotto con la consueta abilità stilistica e la sua singolare intelligenza – lasciano tutti a bocca aperta. Corto (che è timido, ma di certo non privo di sensibilità al contesto) capisce che il ghiaccio si è rotto; e passa al vaglio dei colloqui con una faccia distesa, che ha già ricominciato a respirare. Diritto vola via senza danni, ma è a Scrittura del territorio che la metamorfosi si compie. Di fronte alla materia simbolo di una scuola che ha sbagliato dall’inizio, continuato per scelta (in nome dell’abitudine e degli incontri di amicizia), vissuto senza drammi, ma annoiandosi profondamente, Corto accoglie con un sorriso le domande dell’Ingegnera Tosta.
“Non hai veramente nessun senso grafico” – gli dice lei mostrandogli la seconda prova, con ironico affetto – “il disegno è giusto, ma minuscolo: hai scelto una scala che lo renderebbe piccolo in A4, figuriamoci in questo formato A1″.
“Ha ragione, è proprio brutto!” – Corto conviene sorridendo. E poi si arrangia, come sempre. Ragionando sulle cose, cavandosela sui fondamentali e dimostrando, educato ma esplicito, il suo assoluto disinteresse (“E’ incredibile, vero, professoressa, quanto non mi riesca?”) per questa specie di cose. L’auto-ironia con cui si rappresenta – senza affettazione, come dato di fatto – contagia di risate tutti. Anche perché basta girarsi verso Dolores Umbridge e la musica cambia, rapidissima. Domande fuori e dentro il programma, riflessioni, concetti (a segnalare che quelle non sono cose che ha studiato, le sa e basta). Corto Maltese – sempre con il sorriso sulle labbra – sbanca il banco a storia e italiano.
Il resto, continua sulla stessa tonalità giuggiola.
“Mi sai dire perché una stima è oggettiva?” – domanda la docente di Agricoltura tecnologica.
“Mah, premettendo che secondo me non si può definire davvero ‘oggettivo’ qualcosa che è lasciato comunque anche alla sensibilità individuale, e dunque è tanto più soggettivo quanto più si è convinti dell’opposto” – è l’esordio di Corto meditativo, grattandosi la testa. Ma poi risponde con sufficiente sicurezza (anche se non può evitare di glossare – di fronte a una domanda su quanto pensa che influisca l’essere situato in una ‘zona a rischio’ sul valore di un immobile – “Beh, io non è che mi renda proprio conto, di che cosa sia una zona a rischio: io vivo a Castagnone!”.
Scoppia l’ennesima risata all’unisono, la ‘povna e l’Ingegnera Tosta si guardano un po’ complici, Esagono scuote la testa. “Vieni qui a fare Muri&Impianti, Corto. Te la do io Castagnone”.
Finisce così una delle rappresentazioni più esilaranti di tutti i tempi. Corto – che sarà pure stropicciato (inutile dire che la tesina è finita, a un certo punto, piegata in venti parti in tasca), ma conosce il galateo – si alza e dà la mano a tutti.
Anche per lui arrivano i complimenti della PresidentA: “Continua a scrivere, giovane: tu hai un dono”.
Corto Maltese esce, seminando pezzi sparsi tutti intorno (la tesina cade dalla tasca, la bottiglia dell’acqua la raccatta Peggy, lo zaino è abbandonato in corridoio).
“Allora, come è andata?” – domandano i compagni.
“Vi sentivo ridere moltissimo” – sottolinea il Carabiniere perplesso.
Calvin gli batte un mano sulla spalla: “Allora, vecchio mio, ce l’abbiamo fatta”.
Corto annuisce. E poi guarda la ‘povna. Non c’è bisogno di parole, che passano dagli occhi.
Ed è con l’immagine di quel sorriso largo che si spande, reciproco, sulle loro facce che la ‘povna si avvia a rotta di collo (insieme a santa Viv) verso il matrimonio dell’anno.
Lo sceneggiatore, è chiaro, si diverte. Ma anche la ‘povna e Corto, telepatici, pensano che, meglio di così, non poteva certo andare.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Mettetevi comodi, lo spettacolo sta per cominciare
Gnari!Ho avuto una grandissima idea: dato che la mia passione per il cinema e per i film è cosa nota e notoria, perché non assillarvi allegramente con i film ch... Leggere il seguito
Il 10 novembre 2014 da Patalice
DIARIO PERSONALE, PER LEI, TALENTI -
La creazione (vista da me)
Chi affronta l’argomento uomo/donna ed i rapporti interpersonali in genere parte sempre da quella mitica “creazione” che, tra traduzioni e incomprensioni, gener... Leggere il seguito
Il 22 agosto 2014 da Morgatta
LIFESTYLE, MODA E TREND, PER LEI -
La pace non si può comperare
: essa è un dono da ricercare pazientemente e costruire «artigianalmente» mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Leggere il seguito
Il 27 maggio 2014 da Profrel
RELIGIONE, SCUOLA, SOCIETÀ -
La fraternità radice della pace
Alcuni spunti di riflessione dal messaggio del Papa per la XLVII Giornata Mondiale della Pace:[...] la fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il... Leggere il seguito
Il 01 gennaio 2014 da Profrel
RELIGIONE, SCUOLA, SOCIETÀ -
236° giorno – Futuro, universo e ‘Una poltrona per due’
Sapete no, il tam-tam sulla TV per i classici film di Natale, bombardati in ogni palinsesto dal tempo degli Egizi e che parte qualche giorno prima cosi da... Leggere il seguito
Il 19 dicembre 2013 da Ayertosco
DIARIO PERSONALE, TALENTI -
“La strada piu’ breve – Cap. 5: Il male dentro l’anima” by Ester Eroli
Sono nato alla vita, uscito alla luce lentamente, in maniera subdola, in punta di piedi quasi per paura di cadere nell’insidia del tempo, nella sua trappola,... Leggere il seguito
Il 22 novembre 2013 da Parolesemplici
DIARIO PERSONALE, TALENTI