«La sperimentazione Brave Dreams (sul rapporto fra sclerosi multipla e Ccsvi, ndr) procede con grande rigore sia pure molto lentamente, anche per una serie di “difficoltà” burocratiche che sono state riscontrate nei diversi centri. Quello che appare chiaramente è che la sperimentazione è quanto di più solido e serio sia mai stato concepito come disegno sperimentale nel campo della sclerosi multipla». Parole del ricercatore ferrarese Paolo Zamboni, che sta coordinando lo studio a livello nazionale. Lo scienziato ha partecipato sabato scorso ad un convegno a Cremona, durante il quale – sottolinea una nota dell’associazione Ccsvi-Sm – sono stati fissati alcuni punti: l’Insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi è una patologia venosa ormai confermata; una circolazione venosa cerebrale difettosa determina le lesioni precoci della sclerosi multipla e sembra sempre più avere un ruolo in diverse altre malattie neurodegenerative; l’angioplastica dilatativa venosa (PTA) rappresenta una concreta speranza per migliorare la qualità della vita dei malati di Sclerosi multipla e Ccsvi. Intervenendo in merito alla controversia scientifica sulla relazione tra la Ccsvi e la sclerosi multipla, Zamboni ha ricordato, precisa la nota, «le tre meta-analisi finora elaborate nel mondo, che confermano tutte una significativa prevalenza della Ccsvi nei malati con sclerosi multipla. In particolare l’ultima, recentissima, ha chiaramente dimostrato un significativo rischio doppio di avere la sclerosi multipla quando viene rilevata la Ccsvi, senza eterogeneità tra gli studi arruolati».
Fonte: http://ricerca.gelocal.it/lanuovaferrara/archivio/lanuovaferrara/2013/12/03/NZ_16_03.html?ref=search