Oggi 21/02/2012 alle ore 16 su TGCOM 24 ci sarà un dibattito sulla crisi nei rapporti Italia-India in seguito all’arresto di due marò italiani. Com’è noto, sono stati fermati dalle autorità indiane con l’accusa di avere ucciso, lo scorso 15 febbraio, due pescatori, scambiandoli per pirati. I due militari italiani respingono con decisione la versione indiana e attribuiscono ad altri la morte dei due pescatori. Va rilevato che se l’accusa fosse provata, in India comporterebbe l’ergastolo o anche la pena di morte. Ne ho parlato stamane anche nel programma Prima di tutto su Radio Rai 1 e anche a Radio Città Futura di Roma: la questione è complessa e vorrei condividere qualche riflessione anche con voi lettori di MilleOrienti.
I due marò italiani del San Marco fermati in India
1) Le versioni dell’incidente proposte dall’India e dall’Italia sono al momento inconciliabili. Non c’è accordo sui fatti, né sul luogo in cui si sarebbero svolti (acque internazionali o acque indiane? Da questo dipende chi è competente a giudicare, e non è cosa di poco conto!) e nemmeno sull’orario. I militari italiani di scorta sulla petroliera Enrica Lexie affermano di avere sparato in aria a scopo intimidatorio per respingere una barca di pirati, e che i due pescatori indiani devono essere stati uccisi da qualcun altro. Le autorità indiane ribattono di aver trovato i fori di 16 proiettili nella barca dei pescatori, ma rifiutano agli inviati italiani che stanno seguendo il caso in India sia il permesso di esaminare la barca sia quello di assistere all’autopsia. Il tempo stringe e le polemiche incalzano ma in questi giorni in india si festeggia Shivratri, e questo rallenterà l’iter giudiziario di qualche giorno.
2) Le autorità indiane affermano che il mare al largo dello stato meridionale del Kerala, dove si sono svolti i tragici fatti, non è infestato da pirati e che la nave su cui erano imbarcati i militari italiani come scorta era sola in quella zona. Ma poi la guardia costiera indiana ha rilevato nella zona la presenza di altre quattro navi, una delle quali – la greca Olimpic Flair – ha denunciato di essere stata attaccata da pirati e di averli respinti.
3) La questione sta dando adito in India a un’ondata di risentimento nazionalistico: molti indiani stanno scrivendo lettere indignate ai principali mass media per chiedere giustizia per i due poveri pescatori e rispetto per la sovranità nazionale dell’India sulle proprie acque. L’associazione nazionale dei pescatori del Kerala ha proclamato oggi una manifestazione per chiedere, fra l’altro, l’arresto anche del comandante della nave italiana, e varie manifestazioni di protesta sono già state attuate da partiti politici di opposizione del governo indiano, in particolare il Bjp (destra hindu).
4) Nel gioco politico che si è aperto in India non è ininfluente il fatto che i militari accusati siano italiani. L’intransigenza finora mostrata dalle autorità indiane in questo caso potrebbe infatti essere dovuta anche alla volontà di non mostrare debolezze o favoritismi nei confronti di due persone provenienti dalla stessa nazione di origine della leader del Partito del Congresso attualmente al governo in India, la signora Sonia Gandhi, che com’è noto è di origine veneta. Lo stato del Kerala, inoltre, è governato anch’esso dal Partito del Congresso, e ogni accomodamento con le autorità italiane comporterebbe un’accusa di “cedimento” verso la straniero da parte dei partiti dell’opposizione, in particolari dai comunisti, che in Kerala sono tradizionalmente forti.
5) Di tutto questo rischiano di fare le spese anche i rapporti Italia-India, che fino a oggi erano buoni, anzi in netto miglioramento: l’interscambio commerciale fra i due Paesi nel 2011 è cresciuto, le relazioni diplomatiche sono ottime, e nessuno – né l’Italia né l’India – vuole una crisi al buio. Per questo il Ministro degli esteri Terzi ha inviato in India un diplomatico di grande esperienza come il Sottosegretario agli Esteri De Mistura, e lo stesso Ministro si recherà in India settimana prossima. L’India, non dimentichiamolo, è una grande democrazia, e anche i mass media indiani stanno dando conto della questione con correttezza, riportando anche le tesi della difesa e senza soffiare sul fuoco.
La situazione è molto delicata, ma resta la speranza di arrivare alla verità e di scongiurare una crisi politico-diplomatica senza precedenti.