Nella prima camera c’era Hilde Domin
Stefania CrozzolettiPoco prima della guerraQuando le si volterebbero volentieri le spalle alla Storia? Si chiede Alessandra Pigliaru nella prefazione del libro di Stefania Crozzoletti da cui è estratta la seconda poesia che ho scelto di raccontare in questa camera di condizionamento. Il libro si intitola Poco prima della guerra e fa parte della seconda raccolta poetica di questa autrice. Si tratta di un libro che sembra delineare per stralci la mutevolezza di uno stato di famiglia iscritto in qualcosa di appena conquistato, come può essere la vita adulta, quando accade a qualunque età di volgere lo sguardo a quello che sono, o quello che ne è stato, della madre e del padre. C’è da chiedersi infatti quale sia la guerra di cui la memoria di Crozzoletti è superstite in queste poesie. Se una guerra da copione, quella che tutti sanno, che ha una data di inizio, fine e un dopoguerra tutto di ricostruzioni. O se questa poesia non provenga proprio da quella guerra inscindibile da un prima e un poi, che costituisce la vita adulta, ossia un luogo interiore delimitato da ciò, o da chi, all’ultima conta, risulta mancante. Sasso incide sasso e l’equazione riguarda un azzeramento e una costatazione, tutto qua. Poi se è l’ombra a dichiarare quanto tutto sarebbe potuto essere diverso, quanto noi saremmo potuti essere diversi, magari un giorno lo saremo davvero o lo siamo già nelle pieghe mutevoli di quello stato di famiglia che si confonde con la notte della Storia. Il primo libro scritto da Crozzoletti si intitola Prima vita (Fara Editore, 2009) e mi ricordo che quando mi capitò di leggerlo per caso, rimasi impressionata da un cosa che rendeva quel libriccino davvero diverso da qualsiasi altra opera prima di poesia che mi fosse capitato di leggere. Quella cosa era l’ironia. L’ironia non è che debba figurare tra i primi talenti di chi scrive eppure a mio avviso non è una qualità minore. Quasi nessun poeta la pratica perché è molto difficile calibrare un dettato leggerissimo senza che venga meno l’intensità di quella ferita originaria che la poesia spesso non può far a meno di denunciare anche se il poeta è un mistificatore. Per quanto mi riguarda, mi accompagna un monito, e sono anni ormai che resiste nella mia memoria e si riaffaccia a fronte delle situazioni più disparate. Un monito che ho appreso proprio da quel primo libro di Stefania Crozzoletti che l’autrice accennava fin dal titolo proveniente da una sua prima vita: Attenzione/alle certezze incrollabili/alle belle case/all’argenteria lucidata/ai prìncipi e alle principesse/alle promesse eterne/ai capelli sempre in ordine//Abbiate cura dei bambini tristi.
p. 44 Stefania Crozzoletti, Poco prima della guerra, Kolibris Edizioni, 2013