- ZOE.
“La piramide di Cheope, volle essere ricostruita, masso per masso, schiavo per schiavo, comunista per comunista”. Non sono state scritti oggi questi versi, raccontano l’orrore oligarchico di un potere sempre più forte che andava espandendosi con la sua logica di guerra, di paura e di anestetizzazione delle coscienze. Frasi estratte da “La domenica delle salme, incisa nel 1990 nell’album “Le nuvole”, la voce quella unica e inimitabile di Fabrizio De Andrè che giusto l’11 gennaio di 13 anni fa spariva da questo mondo e dai suoi conflitti. Alcool e conoscenza diretta del mondo dei disperati, dei drop out, delle prostitute dei vicoli di Genova. E poi la Sardegna, il Mediterraneo con la sua mescolanza di dialetti e sapori, con i suoi conflitti aspri, con quell’odore di mare che ti si appiccica addosso e non ti vuoi levare via. E l’anarchia, quella vera, quella per cui “non ci sono poteri buoni”, quella dei sogni individuali capaci di tornare collettivi anche “Nella mia ora di libertà”.La voce di Edgar Lee Master e delle sue lapidi che raccontano si raccontano senza pudore, di Brassens, Brel, Dylan, tradotti e portati in Italia con l’eterna sigaretta appesa. La voce timida e lo sguardo vuoto di chi è all’ultimo bicchiere e contemporaneamente sempre al primo concerto, timido e impacciato ma con lo sguardo perennemente sospeso fra stupore e disincanto. La voce che si è espressa contro la guerra e i falsi moralismi, i versi capaci di ridare senso a rom e nativi d’America, al servo pastore sardo e al rapitore, ad un amore carnale e vitale. Una voce eterna, patrimonio dei diseredati e inadatta ai padroni. Una voce che ancora oggi risuona ancora al presente cantando”Ci hanno insegnato la meraviglia, verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”. Cosa scriverebbe oggi “Faber”. Parlerebbe di banche e di migranti, di lavoratori in strada e dello squallore volgare della ricchezza, dei tanti Piero che ancora crepano in guerra e delle tante Sidun attorno a cui si radunano padri disperati, probabilmente anche della voglia di tanti giovani di riprendersi il futuro. Ovviamente “Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria”.
I N D O V I N A L’ I N D O V I N E L L O:
C H I E’ L’ A U T O R E ????????
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H I R A M S C A T E S
Cercai di ottenere la candidatura
alla presidenza del Consiglio di Contea
e feci discorsi ovunque
denunciando Solomon Purple, mio rivale,
come nemico del popolo,
in combutta coi nemici capitali dell’umanità.
Giovani idealisti, guerrieri falliti,
zoppicanti sulla gruccia della speranza,
anime che puntano tutto sulla verità,
che perdono un mondo a un cenno del cielo,
mi s’affollarono intorno e seguirono la mia voce
come fossi il salvatore della contea.
Ma Solomon ottenne la candidatura,
e allora voltai gabbana,
e riunii i miei seguaci sotto la sua bandiera,
e lo feci vincitore, lo feci re
della Montagna Dorata con la porta
che si chiuse alle mie spalle appena la varcai,
lusingato dall’invito di Solomon,
a fare il segretario del Consiglio.
E fuori, al freddo, restano i miei seguaci;
giovani idealisti, guerrieri falliti
zoppicanti sulla gruccia della speranza -
anime che puntavano tutto sulla verità,
che perdevano un mondo a un cenno del cielo,
e guardavano il diavolo prendere a calci il millennio
sulla Montagna Dorata.
-Edgar Lee Masters-
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