Submission
Creato il 18 maggio 2011 da Jitsumu
Theo van Gogh fu assassinato il 2 novembre 2004 alle ore 8:45, nella parte est di Amsterdam. Il suo assassino, Mohammed Bouyeri, in possesso di doppia cittadinanza marocchina e olandese, era vestito con una djellaba, indumento tradizionale arabo, per rimarcare la sua appartenenza culturale, e gli sparò otto colpi di pistola per poi successivamente tagliargli la gola in pieno centro di Amsterdam allo scopo di eseguire una fatwa legata alla pubblicazione del suo cortometraggio Submission ("Sottomissione" è uno dei possibili modi di tradurre il termine arabo "Islam"). Bouyeri, che ora sta scontando l’ergastolo, è un esponente del Gruppo Hofstad, un'organizzazione terrorista islamista formata principalmente da giovani musulmani olandesi per la gran parte discendenti da nordafricani. Discendente del fratello del celebre pittore Vincent van Gogh, Theo è stato regista, attore, produttore televisivo e giornalista. Autore di 20 film, alcuni dei quali presentati al Festival di Cannes, stava preparando un lungometraggio sulla morte di Pim Fortuyn, il leader politico olandese di destra assassinato da un estremista nel maggio del 2002. I suoi articoli erano provocatori e esplosivi, con attacchi diretti contro politici, giornalisti e in generale tutti coloro che facessero parte del “sistema”, e per questo fu licenziato più volte dai vari giornali in cui lavorava, dovendo alla fine scrivere esclusivamente sul suo sito “Il fumatore in salute”.In seguito al suo attivismo e alle sue idee libertarie si avvicinò politicamente a Ayaan Hirsi Ali, una politica e scrittrice olandese di origini somale che si batte per l'emancipazione femminile nell'Islam. Figlia del signore della guerra somalo Hirsi Magan Isse, Ayaan Hirsi Ali A cinque anni fu sottoposta ad infibulazione. Nel gennaio 1992 il padre conosce in moschea un giovane somalo (residente in Canada e tornato in patria per procurarsi una donna da sposare) e in un'ora decide di dargli in moglie Ayaan che aveva 22 anni. La ragazza rifiuta, ma le nozze si combinano ugualmente. Il marito appartiene al clan Osman Moussa, uno tra i più in vista nella società somala. Dopo le nozze organizza il viaggio in aereo alla volta del Canada, per la giovane moglie. Giunta in Germania per uno scalo intermedio, Ayaan decide di scappare. Prende un treno per l'Olanda e chiede asilo politico come rifugiata. Motivo: essere stata costretta ad un matrimonio combinato che l'ha privata della libertà. Per non essere rintracciata dalla famiglia, sceglie di non usare più il suo vero cognome, Magan, ed opta per Ali (il nome originario del nonno). Ayaan si iscrive all'Università e consegue la laurea in Scienze politiche.
Un giorno dell'estate del 2001 guardando il telegiornale apprende che in una scuola alcuni insegnanti gay sono stati molestati da allievi musulmani. Il servizio mostra anche un imam che li difende: secondo lui l'omosessualità è una malattia contagiosa in grado di infettare gli studenti. Di getto scrive una lettera e la indirizza ad uno dei quotidiani più letti in Olanda, NRC Handelsblad. Nella lettera sostiene che quell'atteggiamento non appartiene a un solo imam, ma è molto diffuso nel mondo islamico e spiega che l'islam è una religione che non accetta la libertà individuale, fino a giustificare i soprusi contro le donne e contro i diversi. Quel gesto istintivo segna l'inizio del suo impegno politico. Nel 2002 diventa famosa nel paese attraverso alcune apparizioni televisive dove esprime con nettezza il suo pensiero critico sull'islam. I suoi interventi destano scalpore presso la comunità musulmana perché per la prima volta a criticare l'islam è una di loro e, per giunta, una donna. Nell’ottobre di quell'anno cade il governo e il paese è chiamato alle elezioni anticipate. Neelie Kroes, importante esponente del partito liberale "Volkspartij voor Vrijheid en Democratie" (VVD), chiede a Hirsi Ali se vuole candidarsi nella sua lista. Ayaan accetta, viene collocata al numero 16 (in Olanda si vota su liste bloccate), che le dà la sicurezza di essere eletta. Decide che la sua missione sarà inserire il problema delle donne musulmane nell'agenda politica del suo Paese d'adozione.
Nel 2004 Theo van Gogh e Ayaan Hirsi Ali danno vita a Submission, un cortometraggio in cui si denunciano gli abusi che subiscono le donne nel mondo islamico e nel quale, tra l’altro, si vedono dei versi di una sura del Corano scritti sulla schiena della protagonista. Come conseguenza, una fatwa di morte fu pronunciata nei confronti di van Gogh e di Hirsi Ali, e la donna vive tuttora sotto stretta protezione. Nella pancia di van Gogh, dopo l'assassinio vennero piantati due coltelli, uno dei quali tratteneva un documento di cinque pagine con minacce ai governi occidentali, agli ebrei e a Hirsi Ali. Theo van Gogh fu definito dall’allora premier olandese “un campione della libertà d’espressione”. E così credo debba essere definito da chiunque. Da quel momento il film è stato ritirato dalla proiezione dal suo produttore, Gijs van Vesterlaken, anche lui minacciato ripetutamente di morte. Ma è comunque reperibile in Internet.
Fonte Wikipedia
Potrebbero interessarti anche :