-Succede che comunità provvisorie si trasformino in comunità di destino.-
Dopo l'evento e l'azione di basket popolare, organizzato dal collettivo PotenzaRibelle, nato con lo spirito di recuperare un campetto di basket lasciato marcire e oggetto di strani desideri con la possibilità di un cambio di destinazione d'uso (per intenderci da spazio pubblico per area giochi potrebbe trasformarsi in un centro commerciale o area destinata a box parcheggi), dall'altra parte della città oltre il Basento e la Basentana, un altro luogo tenta di resistere e riprendersi gli spazi.
Una cittadella nata a seguito del terremoto, dove famiglie intere vennero depositate per decenni in attesa di una sistemazione più dignitosa. Un luogo periferico e marginale, un luogo ghetto fatto di ponti da attraversare per andare verso il cuore della città.
Ponti solidi strutturalmente ma ponti levatoi socialmente. Questo spazio, grazie all'azione di un gruppo di persone, cerca di recuperare e riprendersi questi spazi. Li recupera dall'abbandono con azioni di arredo urbano e di abbellimento spazi comuni. Su una fioriera in legno riciclato una ragazzina ha scritto "la bellezza salverà il mondo".
Parlare di bellezza a Bucaletto, quartiere vergogna di una città e di una regione intera, non è facile. Il contesto porterebbe a pensare altro. Ma la bellezza nasce da qui, da queste azioni di
resistenza sociale, quasi come un fortino di frontiera che tenta di mantenere fuori il degrado spostando poco alla volta il confine della bellezza fatta di gesti quotidiani, di condivisioni, di aggregazione, di spazi comuni, di beni comuni.
Qui esiste un luogo dove incontrarsi, con sale colorate e piene di luce, si fa il dopo scuola con maestre in pensione, e qui nasce una biblioteca popolare con libri regalati. E qui puoi prenderti anche un tè. Costa 1 euro all'anno. "Cerchiamo di nutrire non solo la pancia"- così dice Marina, l'anima e il fuoco di questa comunità per niente provvisoria, Questo luogo emarginato, fatto di marginalità di classe, sociale, culturale, mediatica e urbana, non si arrende e rilancia. Supera la contrapposizione tra il cinismo e l’impegno, tra una sospettosa prudenza e lo slancio generoso. Si sveste dai panni dell'ignavia e si trasforma in un laboratorio di esperienze, competenze e pratiche. Anche per dimostrare a se stessi che oggi più che mai le comunità tendono ad auto organizzarsi per superare i limiti di un sistema permeato sui numeri e risultati e dimenticando i nomi e i percorsi. Un sistema composto, per dirla alla De André, da "cinghiali laureati in matematica pura,senza passioni e senza slanci, mostruosi animale fatti semplicemente di istinto e di raziocinio."
A Bucaletto c'è una ragione in più per essere orgogliosi. Orgogliosi e fieri dei rapporti e dalle relazioni che si son create tra le persone e tra gli abitanti. Un legame emotivo di gesti, comportamenti, esempi appresi e trasmessi giorno dopo giorno. Don Gallo se avesse conosciuto questa bella gente forse avrebbe ripetuto: "La speranza siete voi, restiamo umani!"