E’ adagiato al centro di uno dei più rinomati e incantevoli paesaggi rivieraschi d’Italia, tra verdi pendii di viti e l’acre odore degli aranceti. Succhivo si sviluppa tutta in stradine che fiancheggiano orti secolari, cantine e case contadine, immerse nel silenzio perchè non raggiunte dal rumore delle auto. Chi vi capita a settembre può ancora assistere ai lavori della vendemmia, spesso praticata con tecniche tradizionali.
E’ meta molto apprezzata dai turisti poiché offre una atmosfera riposante ma allo stesso tempo pittoresca ed allegra. La natura subtropicale, i centri di cura con bagni termali e saune naturali, le calette di acqua limpida, i centri sportivi per praticare ogni tipo di disciplina, il cibo, il vino eccellente e la ospitalità degli abitanti fanno di Succhivo un angolo di paradiso ancora intatto.
Anche per questo il paese, ogni primavera, si ripopola di visitatori che continuano a tornarvi da anni, per passare un periodo di piena tranquillità.
La Chiesa di Santa Maria di Montevergine
La Chiesa di Santa Maria di Montevergine fu fondata nel 1684 dalla famiglia Mattera Nel corso del ‘700 fu più volte custodita da eremiti.
La piccola Chiesa conserva al suo interno diverse opere interessanti.
Entrando nel tempio, in una nicchia posta sulla parete di sinistra, è possibile apprezzare la scultura policroma in legno di San Vincenzo Ferrer, realizzato da un arista campano attivo nel XIX secolo. Il santo, rappresentato con l’inconfondibile saio domenicano, regge con la mano sinistra un libro ( simbolo di sapienza ) mentre la sua mano destra è protesa autorevolmente verso l’alto.
In sacrestia sono conservate una statua lignea dell'Immacolata che schiaccia il serpente ed alcune tele di pittori ignoti attivi tra Settecento ed Ottocento. In particolare, è possibile apprezzare una visione di San Francesco di Paola con la Vergine ( un classico prodotto a carattere popolare nella linea degli ex voto ) , una Visione di San Giovan Giuseppe e un quadro di Santa Lucia, raffigurata col caratteristico manto azzurro ed i classici segni distintivi del suo martirio : una coppa con gli occhi nella mano destra e la palma a sinistra.
L’altare maggiore risale all’Ottocento. Esso presenta due reggi mensole, ornate da volute che inquadrano un rivestimento della parete anteriore decorato a commesso con croce raggiata centrale.
Nella parte bassa dell’altare sono presenti eleganti pilastrini e coppie di cherubini.
L'attribuzione al pittore lacchese è confortata dalla fisionomia del Sant'Antonio, sovrapponibile a quelle di altri santi realizzati dallo artista nella chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Ischia Ponte.
La tela è stata a lungo soffocata da vaste ridipinture sul trono e sul mantello della Vergine, apposte, come ammonisce una lapide sottostante, nel 1897 da uno scultore di nome Hierdis.
Per fortuna, il restauro è stato rimosso nel 1995 dalla Soprintendenza.
Sulla parete sinistra dell'altare, infine, è presente la di un ignoto pittore locale del Settecento, che imita i modi giordaneschi. Rappresenta la Madonna del Rosario assieme ai santi domenicani ed in basso, in un grosso ovale, l' ineffabile ritratto del donatore in preghiera.
La Processione dell'8 Settembre
La Processione dell’8 settembre è, per Succhivo, uno dei modi più intensi e significativi per esprimere la propria anima e la propria storia.
La Processione, che porta per le strade del paesino la Vergine Maria e i Santi Gabriele e Michele, sfida gli anni ed i secoli e si ripete ogni anno con tutto il suo carico di emozioni e sentimenti. Essa è, per gli abitanti del piccolo paese, il frutto sentito e genuino di una profonda tradizione che da sempre ha saputo unire al sentimento religioso i valori della partecipazione e del senso di appartenenza della Comunità.
Un evento religioso,quindi, espressione della cultura popolare e testimone delle qualità morali che da sempre caratterizzano i cittadini di Succhivo.
Con immutata e profonda ammirazione, Succhivo si appresta ogni anno a rivivere questo straordinario evento. Tutto il paese ne è straordinariamente orgoglioso perché, celebrando fedelmente la propria storia, celebra se stesso e la sua mai dimenticata identità.