Sucker Punch_Sweet Pea
Venerdì 25 marzo serata d’uscita, inevitabile l’acquisto del biglietto per vedere questo cyberfantasy a ritmo adrenalinico e psichedelico. Dal regista di Watchmen e 300 Zac Snyder ecco l’ultima fatica cinematografica: vediamo insieme se ne vale la pena vederlo, buona lettura!
La trama
Negli anni ’50 una ragazza viene accusata dall’avido patrigno di aver ucciso la sorella, in quanto le due ragazze sono uniche ereditiere di un vasto patrimonio testamentale.
Viene così rinchiusa in un manicomio per essere lobotomizzata e tenta la fuga, vissuta nella sua mente come fosse in una casa di piacere d’alto borgo. Ogni danza svolta per distrarre i suoi carnefici però viene trasformata in una battaglia epica all’ultima pallottola.
La tecnica
Il film ha una fotografia eccellente, inquadrature mozzafiato e stacchi impressionanti; per le scene d’azione si ricicla molto dall’innovatore Matrix, utilizzando la ripresa multicamera per rendere l’azione viva a 360 gradi (anche se il film è proiettato in 2D), i dialoghi sono funzionali alla storia in quanto è la macchina da presa che spesso rivela i tasselli fondamentali che consentono di comprendere la storia. La struttura narrativa si svolge su 3 livelli mentali, riprendendo l’idea narrativa di Inception senza però l’interferenza di macchinari: un primissimo piano sul viso ci comunica che stiamo entrando in un altro livello della sua mente.
Si sprecano le citazioni/omaggi da altri film: nel primo scontro con due samurai cyborg enormi la citazione a Kill Bill è chiarissima, nel secondo scontro riviviamo una battaglia della seconda guerra mondiale in trincea, nella terza la citazione a Blade Runner e al western traspare, grazie all’assalto ad un treno tecnologico con relativa bomba.
La musica
La musica è calzante e ben calibrata, non è soltanto rumore come a volte succede con alcuni film sparatutto: qui si rivisitano classici, si esaltano stati d’animo, si valorizzano le scelte dei personaggi in modo incisivo e calzante senza cadere nella banalità o nella ripetitività.
La storia
La storia è ben strutturata e intrecciata al punto giusto per stimolare chi guarda a giocare al detective e a rintracciare i vari indizi nelle sequenze del film, anche se la narrazione a tre livelli rende già abbastanza impegnativo il film e non consente tempi morti. Le scene di battaglia al 3 livello risultano incisive anche se, nella scena della trincea, la ripetitivtà è dietro l’angolo. Il ritmo cyber-punk che scandisce il film, comunque, lo rende una scarica di adrenalina continua che permette 2 ore di azione con una trama convincente alle sue spalle.
Il commento decisivo
Il film risulta un’Alice nel paese della meraviglie con mitragliatrici, pistole e katane, la risposta “rock” all’ultima fatica di Tim Burton per la Disney; entrando nella tana del bianconiglio qui troviamo solitudine e sifferenza (comprensibili, visto il posto e quello che si sta per svolgere) ma la voce narrante ci rassicura e illumina la strada verso la fine del film. È un affascinante connubio tra Kill Bill e Inception, stacchi mozzafiato, sequenze epiche al ritmo di acrobazie spettacolari e di musiche a tratti rigenerative, che ci ricordano l’utopistica dimensione in cui siamo capitati. Sconsigliato a chi assume ansiolitici, consigliato a chi vuole vedere qualcosa di veramente innovativo in questo campo.
Voto: 9/10.
Marco