Sud Italia: oltre 3 ginecologi su 4 sono obiettori

Creato il 10 agosto 2011 da Uccronline

Approvata nel ’78, la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza non spopola ancora tra il personale degli ospedali italiani. In particolare nel Meridione e nelle isole – Sardegna esclusa- dove più di 3 ginecologi su 4 sono obiettori.

In Sicilia, l’ultima Relazione sullo stato di attuazione della legge 194/1978 del ministero della Salute riporta che l’obiezione di coscienza coinvolge l’81,7% dei ginecologi, il 75,7% degli anestesisti e 87% del personale non medico. Un trend simile si osserva anche nelle altre regioni meridionali; in particolare, per quanto concerne la categoria dei ginecologi che raggiunge il 78,5% in Abruzzo, l’82,8% in Molise, l’83,9% in Campania, il 79,4% in Puglia, l’85,2% in Basilicata ed infine il 73,3% in Calabria.

Tuttavia, con buona pace dei Radicali Italiani per i quali invece “sta diventando un problema organizzativo per Asl e direttori di ospedali” e “dietro ogni Ivg c’è un miracolo, o un singolo con senso di responsabilità del proprio lavoro medico”, anche al Centro e al Settentrione si registrano segnali analoghi con l’80,2% di obiettori in Lazio, il 78% in Veneto e l’81,3% in provincia di Bolzano.

Per il cosiddetto problema delle “percentuali troppo elevate” è preoccupato anche il Fp Cigl, il quale propone tre diverse soluzioni: affidare la direzione dei presidi dove si effettuano gli aborti ai non-obiettori; l’introduzione del requisito discriminante di non-obiezione nel caso di assunzione o trasferimento in presidi con oltre il 50% di obiettori, e l’attuazione dell’istituto della mobilità per ovviare alla carenza di personale non-obiettore. La notizia è stata pubblicata dall’Ansa.

Nicola Z.


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