Restano tutte da negoziare le “percentuali” per l’allocazione di ministeri e posti chiave nel governo di unità che dovrà nascere il 9 luglio: lo ha sostenuto Gatdet Dak, portavoce dei ribelli dell’ex vice-presidente Riek Machar, all’indomani della firma di un accordo tra le parti coinvolte nel conflitto in Sud Sudan.
Secondo il responsabile, l’intesa riguarda “solo il mandato dell’esecutivo di unità e non la struttura di comando né le quote di suddivisione del potere come sostenuto da alcuni mezzi di informazione”. Più fonti di stampa hanno riferito che l’accordo, sottoscritto ieri sera ad Addis Abeba, fissa la distribuzione degli incarichi nel dettaglio: Salva Kiir resterebbe presidente, Machar tornerebbe a essere il suo vice, mentre la guida dei ministeri andrebbe alle tre parti coinvolte nel conflitto secondo quote del 53, del 33 e del 14%.
Stando alla lettera del documento, promosso dai mediatori dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), l’esecutivo dovrà nascere nel quarto anniversario dell’indipendenza del Sud Sudan e restare in carica 30 mesi.
Un periodo nel quale avrà il compito di porre le basi per nuove elezioni, avviare un processo di riconciliazione e assistere i quasi due milioni di profughi costretti a lasciare le proprie case dal conflitto.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)