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Sud Sudan /La crisi economica reale rimanda a quella politica

Creato il 24 gennaio 2013 da Marianna06

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Che la crisi economica generalizzata del Paese sia una realtà notevole che condiziona, e fortemente, tutta la politica del Sud Sudan, è ormai indubbio.

Lo capirebbe anche un bambino, messo dinanzi ai fatti.

Tanto che si sta pensando a Juba, la capitale, di fare nascere  una Banca per l’agricoltura ,che attraverso prestiti agevolati, metta i contadini in condizione di lavorare bene le proprie terre.

E lavorare le terre significherebbe fornire agli stessi i mezzi economici per l’acquisto di  macchinari e sementi adeguate, e creare poi , per quanto possibile, migliori condizioni di viabilità per l’accesso alle zone rurali , percorribili oggi con molta difficoltà.

Quasi certamente il contributo statale per la creazione della banca sarà del 60% e, per il restante 40%, concorreranno necessariamente i privati.

Pur galleggiando su petrolio e minerali pregiati, i sud-sudanesi sono sostanzialmente per tradizione dei contadini o dei pastori-allevatori.

Contadini che tuttavia, al presente, per rendere un buon servizio al proprio Paese, devono dimenticare le antiche  pratiche agricole, tramandate da generazioni, ma che sono di scarsa resa.

E lo stesso input deve valere  anche per i pastori-allevatori se si vuole sul serio che le cose cambino in meglio.

Dare una mano al mondo agro-pastorale sotto il profilo politico, significherebbe anche impedire disordini , aggressioni e furti, che nel Paese, ultimamente, si ripetono di continuo.

Ne guadagnerebbe, insomma, la pace sociale che è già turbata ampiamente dalle incursioni dei ribelli, i cosiddetti noti nemici di Salva Kiir,il presidente, che soffiano sulle braci per appiccare, appena possibile, incendi disturbatori.

Poiché le casse dello Stato sono vuote,  ai dipendenti pubblici, ad esempio, gli stipendi  sono pagati regolarmente con ritardo. E anche ciò genera parecchio malcontento. E non c’è modo di riparare.

E la stessa cosa accade nelle fila dell’esercito,dove ci sono stati parecchi pensionamenti per limiti di età, rimpiazzati da militari più giovani ma meno tolleranti dei precedenti in materia di quattrini.

Insomma, se  non si correrà presto ai ripari, Salva Kiir difficilmente dormirà sonni tranquilli in un prossimo futuro così come la sua gente che, di mezzi economici a disposizione, ne ha decisamente molti meno di lui.

 

  a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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