Anche il neo Stato del Sud-Sudan ha aderito alla Convenzione internazionale contro le mine anti-uomo.
La notizia è stata data ufficialmente da Lance Malin, responsabile del Centro delle Nazioni Unite per il coordinamento delle azioni contro le mine (UNMACC).
Con l'adesione del Sud-Sudan i Paesi aderenti alla Convenzione sono nel mentre diventati 158.
Secondo un Rapporto delle Nazioni Unite, infatti, sono circa trecento i villaggi contaminati dalle mine in Sud-Sudan.
E questo sarebbe avvenuto sia durante la guerra civile o anche dopo.
Nell'arco temporale, insomma, che va dal 1985 al 2005.
Statistiche alla mano, soltanto quest'anno , nei primi dieci mesi del 2011, sono state 33 le persone che hanno perso la vita a causa dell'esplosione di una mina.
Invece sono rimasti gravemente feriti ben 75 persone.
Nel corso del 2010 le vittime erano state 22 mentre i feriti 52.
Sta di fatto che occorre impegnarsi ,e subito, per debellare questo genere di "cancro",subdolo e invadente, da un Paese come il Sud-Sudan che non può, tra l'altro, permettersi né morti , né feriti e neanche invalidi all'indomani della vittoria bellica e referendaria e quindi di una grossa prova di coraggio contro lo storico tiranno di Karthoum.
Semmai ha da provvedere ad una ricostruzione , che poi a dirla tutta, e anche a dirla bene, è senz'altro "costruzione" vera e propria di quello che è un autentico Stato moderno, possibilmente democratico, anche se a piccoli passi, e libero da eventuali probabili lacciuoli.
Il Sud-Sudan, il cui territorio é molto ricco nel sottosuolo, è povero purtroppo di tutto in superficie.
E ci sono già pronti "altri" avvoltoi,che non sono certo quelli di Karthoum, magari anche col volto di benefattori di turno, pronti a ghermirlo e a spolparlo in quattro e quattro otto.
Perciò grande attenzione e prudenza.
E "amicizie" giuste.
Possibilmente.
A cura di Marianna Micheluzzi (ukundimana)