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Sudafrica / Il salutare "rooibos"/ Mix di piacere e di profitto

Creato il 16 maggio 2014 da Marianna06

 

     

Greenrooibos

 

Pianta ancestrale coltivata quasi esclusivamente sulle colline semi-desertiche della regione del Cederberg, a 220 chilometri a nord di Città del Capo, oltre a essere bevanda nazionale dalla metà del secolo scorso, oggi il rooibos si trova sugli scaffali dei supermercati dell’Occidente.

Negli ultimi 25 anni la produzione di aspalathus linearis, rooibos in lingua afrikans, è stata moltiplicata per 35, con un giro d’affari per il Sudafrica di 215 milioni di rand (circa 14 milioni di euro) nel 2013.

Dalla revoca dell’embargo sul commercio sudafricano alla fine dell’apartheid, il settore cresce del 5% l’anno.

Le foglie essiccate sono utilizzate per preparare un infuso chiamato anche “red bush” o tè rosso africano, con un leggero gusto che ricorda la nocciola e la malva.

Priva di caffeina, la salutare bevanda contiene molte sostanze antiossidanti e minerali tra cui calcio, fosforo, ferro, fluoro, potassio e vitamina c2.

A scoprire per primi le virtù del rooibos, consumato da secoli dalle popolazioni locali Khoian, sono stati i coloni olandesi nell’Ottocento, ma la sua commercializzazione cominciò nel 1904 con Benjamin Ginsberg, colono sudafricano di origine russa che intuì il potenziale del “tè della montagna”.

Un secolo dopo il 42% delle esportazioni è destinato alla Germania, seguita da Giappone (12%) e Gran Bretagna.

Artefice del boom produttivo è il gruppo privato Rooibos Limited, con sede a Clanwilliam, di proprietà della famiglia Bergh, che detiene il 95% del mercato sudafricano e il 60% dell’export

 

          

Rooibos_(Aspalathus_linearis)

                                   

                              a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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