Martedì 11 giugno, nella prestigiosa cornice della Sala Multimediale di Palazzo Salvati, si è tenuta la conferenza Sudamerica isola di pace?, organizzata dall’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) assieme a ISTRID e all’Associazione Seniores dello IASD e grazie all’ospitalità del Centro Alti Studi della Difesa (CASD). L’evento ha attirato la presenza di un pubblico di qualità e numeroso – tale da riempire l’ampia sala in ogni ordine di posto – e visto l’alternarsi di pregevolissimi relatori che hanno analizzato i vari aspetti del processo di integrazione del continente latino americano. I lavori, moderati dalla Dott.ssa Rossana Miranda, sono stati aperti dai saluti dell’Ammiraglio Rinaldo Veri, presidente del CASD, dell’Ammiraglio Marcantonio Trevisani (presidente dell’Associazione Seniores dello IASD) e del Prof. Piercarlo Valtorta (presidente di ISTRID).
Il primo intervento nel merito della conferenza è stato condotto dall’Ambasciatore della Repubblica Orientale dell’Uruguay S.E. Gustavo Alvarez Goyaga, il quale ha illustrato l’importanza del ruolo del Consiglio Sudamericano di Difesa come elemento fondamentale di coesione dell’UNASUR, utile a dare una comune visione di sviluppo strategico all’intero continente sudamericano. L’Ambasciatore si è principalmente focalizzato sull’importanza e la missione del Consiglio Sudamericano di Difesa il quale, nato come un’istanza di consultazione, cooperazione e coordinamento in materia di difesa e basato sui principi dell’integrità territoriale, dell’autodeterminazione dei popoli, del rispetto per le istituzioni democratiche e per i diritti umani, «ha l’obiettivo di porsi come forum di scambio di informazioni sulle politiche di difesa, utile a creare un’identità nel settore della difesa al fine di poter rafforzare il sistema democratico, lo stato di diritto e, soprattutto, la sovranità degli Stati, nonché di sviluppare la promozione del disarmo». Inoltre, ha precisato l’Ambasciatore, il Consiglio di Difesa «intende sviluppare la cooperazione nel settore dell’industria della difesa e nel settore della formazione attraverso la creazione del Centro Suramericano de Estudios Estratégicos de Defensa». Il relatore ha concluso il suo intervento evidenziando il ruolo attivo dell’Uruguay sia nel funzionamento del Consiglio di Difesa Sudamericano (, in particolare, nel settore della Marina) sia nell’ambito della cooperazione civile.
Il secondo intervento è stato condotto dal Min. Plen. Carlos Cherniak (Ambasciata della Repubblica Argentina) il quale, partendo dalla drammaticità della crisi democratica generata dal “Consenso di Washington” che – com’è noto – ha marginalizzato i paesi latinoamericani, ha posto l’accento sulle politiche di alcuni loro governi capaci di creare una sorta di rivoluzione nel ruolo dello Stato, che precedentemente era stato confinato ai margini dal fondamentalismo di mercato. Il relatore ha incisivamente osservato che «dette politiche sono state capaci di spezzare quella asimmetria che caratterizzava il rapporto tra Stati Uniti e paesi latinoamericani», rappresentando l’incipit di un processo di autonomia e di creazione di uno spazio comune da cui è nato l’UNASUR. Concentrandosi, poi, specificamente sull’Argentina, ha ripercorso le travagliate tappe che l’hanno vista approdare all’UNASUR e al Consiglio di Difesa del Sud America, specificando che «dopo una brutale dittatura civico-militare che ha perseguito un processo neoliberista che ha portato, nel corso degli anni, l’Argentina al default economico pagato a caro prezzo», il Paese ha reagito mettendo in atto un poderoso processo di trasformazione democratica avvenuta per mezzo di una politica di Stato che, onde evitare di cadere nelle trappole del passato, ha ridefinito il rapporto fra potere civile e potere militare. Ultimamente l’Argentina ha fatto un grande lavoro nella cooperazione di difesa, negoziando con il Cile i problemi di frontiera e creando una forza di pace “Argentina-Cile”. Il Ministro Plenipotenziario ha efficacemente evidenziato che oggi l’Argentina gioca un ruolo importante nell’UNASUR e nel Consiglio di Difesa, in ciò coordinandosi anche con il Brasile in una condizione di assoluta parità. Ha, infine, concluso informando che a Buenos Aires avrà sede il Centro di Studi Strategici avente la finalità di creare una visione strategica con valori sudamericani, la cui creazione è stata di recente deliberata dal Consiglio di Difesa.
Il successivo intervento è stato quello del Min. Plen. Alba Coello de Barboza dell’Ambasciata della Repubblica dell’Ecuador la quale, nel precisare che è necessario avere una visione chiara del concetto di “pace”, ha illustrato come l’Ecuador esplichi la visione di tale concetto per mezzo della propria Costituzione che esalta il concetto del “buen vivir”, attraverso la proclamazione dell’indipendenza degli Stati, la promozione della pace, il rispetto dei diritti umani e l’integrazione dell’America Latina. Quest’ultimo obiettivo – l’integrazione – rappresenta uno dei punti strategici dello Stato e a tal fine l’Ecuador promuove una cooperazione nel settore della difesa. Su tali premesse, il Paese ha scelto di far parte dell’UNASUR e delle altre organizzazioni regionali che stanno contribuendo alla nuova epoca di maturità politica che l’America Latina sta vivendo.
Emblematico e conciso è stato l’intervento del Dott. José Luis Rhi-Sausi (IILA, Segretario Socio-Economico) che, nel ricordare come il processo di integrazione latinoamericana si sia materializzato dopo numerosi tentativi, ha fortemente rimarcato che l’UNASUR fa riferimento esclusivamente ai paesi sudamericani all’interno dei quali sicurezza, democrazia e politiche sociali sono strettamente collegate. Gli studi strategici e di difesa potranno sicuramente implementare i fattori di sicurezza e sviluppo sociale.
Il successivo intervento è stato del Cons. Amb. Luca Trifone (Capo dell’Ufficio Sudamerica presso il Ministero degli Affari Esteri), il quale ha preliminarmente osservato che «oggi l’America Latina può essere definita un’“Isola di Pace”. Ciò è dovuto sicuramente al sostrato comune di valori che accomuna le genti degli Stati latinoamericani; ne è prova di ciò il fatto che negli ultimi duecento anni le guerre latinoamericane non sono state cruente come quelle europee». Il relatore ha, quindi, analizzato i rapporti che intercorrono tra Italia e America Latina, focalizzandosi principalmente sulla «collaborazione in termini di difesa e lotta alla criminalità» e sul «supporto fornito dall’Italia all’integrazione regionale». Per quanto concerne il primo punto l’Italia vanta una fruttuosa collaborazione basata sul trasferimento di prezioso know how ai paesi latinoamericani; con riferimento al secondo punto, l’Italia partecipa al dialogo fra UE e CELAC, prende parte ai summit latinoamericani e supporta la visione multipolare. Infine, il relatore ha fatto un inciso sulla storica importanza del rapporto culturale di cui l’Istituto Italo Latino Americano – IILA – rappresenta un fondamentale caposaldo.
Il successivo intervento è stato condotto dall’importante analista strategico Alessandro Politi, il quale ha tracciato il quadro geopolitico in cui s’inserisce l’America Latina e dal quale è emerso che «il continente, pur avendo una facciata atlantica, fa parte del geo-network del Pacifico dove è in corso il conflitto dei gemelli sinoamericani». Questa situazione spinge la regione a muoversi verso un percorso di maggiore integrazione politica regionale che le permetta di presentarsi maggiormente coesa all’appuntamento con le nuove sfide. Tuttavia, sottolinea Politi, nel procedere verso una maggiore integrazione il continente dovrà affrontare alcune cruciali sfide interne, tra le quali quella della criminalità che si insinua in modo sempre più pernicioso nelle economie in crescita, corrompendole e destabilizzandole. Al contempo, evidenzia Politi, la questione indigena potrebbe essere una ghiotta opportunità sia per creare sviluppo sia per risolvere la questione dei conflitti tra Stati.
Successivamente ha preso la parola l’Avv. Francesco G. Leone, Direttore del Programma “America Latina” dell’IsAG, che ha focalizzato il suo intervento sull’importanza strategica delle innumerevoli quantità di riserve di litio boliviane. Leone, dopo aver descritto in modo puntuale le qualità e le caratteristiche del prezioso metallo e dei suoi molteplici impieghi (produzione di batterie, impiego nell’industria bellica per la costruzione di sottomarini, navicelle spaziali e ricambi aeronautici) ha segnalato l’incremento della domanda cinese di tale metallo, ponendo l’interrogativo sulle reali ambizioni della diplomazia cinese e sull’effettiva pericolosità per la Bolivia di essere inghiottita in questo partenariato. Tale ipotesi, sostiene Leone, non è così peregrina se si considera che il “sistema cinese” può di fatto insospettire sul reale interesse della Cina a finanziare progetti per lo sviluppo boliviano piuttosto che a coprire interessi di tipo privatistico che, ove così fosse, inghiottirebbero il sistema boliviano.
Infine, l’intervento del Prof. Enzo Rossi (Professore ordinario presso l’Università Tor Vergata) ha tracciato un quadro dell’economia brasiliana mettendo a confronto i punti di forza e di debolezza. Tra i primi ha sottolineato il forte sviluppo economico raggiunto dal Paese, basato principalmente sulla domanda interna e supportato dalle politiche sociali che hanno incluso grandi masse di persone; l’accelerazione della crescita economica aumentata in pochi anni dal 2,3% al 4%; la diminuzione del tasso di disoccupazione, di diseguaglianza sociale e di povertà; nonché gli investimenti economici sull’educazione. Tra i punti problematici ha evidenziato la sproporzione tra crescita del Pil al 4% e quella dei consumi e degli investimenti che crescono rispettivamente del 5,3% e dell’8%. Secondo il relatore, infatti, «questo notevole incremento in eccesso degli ultimi due dati rispetto al primo potrebbe causare importanti scompensi». Il relatore ha poi aggiunto che il Brasile ha finanziato il deficit della bilancia commerciale con prestiti esteri dal momento che le banche straniere, a seguito della crisi, hanno inondato il mercato di liquidità che ha trovato nell’economia brasiliana un ottimo campo di investimento. Tale situazione potrebbe ritorcersi contro il Brasile nell’ipotesi in cui le banche dovessero alzare i tassi di interesse, con ciò causando la diminuzione della liquidità di denaro in circolazione. La drammaticità di questa eventuale situazione si evince anche dal fatto che in Brasile non vi è risparmio privato e le famiglie sono tutte indebitate. Questo crea debiti nei confronti delle banche e, ovviamente, rende deboli a loro volta le stesse e lo Stato. A tal fine, conclude Rossi, è importante che il Brasile adotti una strategia economica di lungo periodo per fra fronte a queste carenze.
Conclusi gli interventi, è seguito un importante e vivace dibattito, a riprova dell’effervescenza e originalità degli argomenti approfonditi nel corso della conferenza. I lavori sono stati chiusi dal Presidente dell’IsAG Tiberio Graziani il quale, ponendo sul tavolo importanti spunti di riflessione sui nuovi aggregati geopolitici e geoeconomici creatisi in questa nuova fase di transizione “uni-multipolare” (tra i quali, appunto, l’UNASUR), ha richiamato l’attenzione sull’importanza che l’Italia in questa fase di transizione sfrutti le nuove opportunità che si stanno profilando offrendo in cambio le sue competenze tecnologico scientifiche.
(Filippo Romeo)