Gli accadimenti degli ultimi mesi nel continente africano pare che facciano ben sperare per quello che dovrebbe essere un riavvicinamento politico-diplomatico tra Uganda e Sudan.
Ed essi, gli accadimenti, sono stati l’imprevedibile morte di Meles Zenawi, l’uomo forte di Addis Abeba, il processo di pace avviato in Somalia,dopo le ultime regolari elezioni politiche e l’impegno,quindi, a debellare definitivamente il terrorismo islamico dal Paese e, infine, l’indipendenza di qualche anno fa del Sudan meridionale da Khartoum.
Per quanto concerne l’Etiopia, per un prossimo cambio della guardia, non dovrebbero esserci quasi certamente sorprese.
Infatti, il delfino di Zenawi, Zenawi personalità comunque non priva di contraddizioni, dovrebbe poter portare avanti la medesima linea politica del suo predecessore,se nulla osta, e garantire in questo modo una certa stabilità interna e buone relazioni esterne nell’area.
La Somalia,anche se fortemente impegnata a ricostruire interamente il suo tessuto connettivo, dopo circa 20 anni di guerre intestine,dai tempi della fuga di Siad Barre, con la nuova presidenza ha tutto l’interesse di mantenere ottime relazioni con i suoi vicini e per tutta un’infinità di motivazioni comprensibili.
E il Sudan di el Bashir, a sua volta, ha necessità dell’appoggio ugandese per fronteggiare il Sud Sudan in fiamme.
Detto questo e dimenticate le accuse passate del Sudan nei confronti dell’Uganda, a causa di un malinteso appoggio di Kampala all’Esercito di resistenza del Signore (Lra) di J.Kony, ci sono buone speranze di futura collaborazione tra i due Stati.
Tanto che le delegazioni sudanesi e ugandesi è stato deciso, giorni fa, che s’incontreranno periodicamente, ogni due mesi, per discutere problemi comuni in agenda.
Ulteriore incentivo al riavvicinamento, e aspetto che proprio non guasta, è stata anche la recentissima scoperta, in Uganda, di presenza di petrolio nelle acque lago Alberto.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)