Si occupa di design. Da sempre. Francalma Nieddu è una industrial e strategic designer, che ha realizzato oggetti e sviluppato nuovi concept di prodotto per aziende come Cleto Munari, Alessi, Caimi, Motorola, Autogrill. "Insegno progettazione gioiello in scuole di oreficeria italiane. Per l’agenzia SDI (Sistema Design Italia) ho curato casi studio di eccellenza del design europeo (progetto EVAN). Presente con il mio design a mostre nazionali e internazionali e segnalata per il Designpreis Deutschland 2011, disegno per passione gioielli, accessori e oggetti con materiali riciclati."
Il suo Riflesso è stato selezionato tra i finalisti della mostra Sudesign. Se siete curiosi di scoprire di più, non perdetevi quest'intervista!
- Qual è l'oggetto da Lei realizzato e selezionato tra i finalisti della mostra Sudesign?
Riflesso, uno specchio tappeto. Un tappeto ed uno specchio insieme, un nuovo modo di riflettersi in uno spazio mediterraneo di luce. Un ricamo attraversa la superficie di un semplice specchio di policarbonato, leggero e infrangibile, con cotone colorato, creando un arazzo moderno e trasparente che può essere declinato in vari formati e in colori diversi.
- Uno specchio-tappeto. Che idea innovativa! Da dove nasce?
Dalla voglia di dare forma al concetto di mediterraneità con un arazzo di luce. La superficie specchiante è ricoperta da una trama tessile che ricorda un tappeto, tagliato a metà e si può immaginarne la continuazione oltre il limite della superficie stessa. La possibilità di riflettersi in questo spazio porta a pensare a suggestive architetture, con giochi d’ombre di arabeschi traforati nelle fineste che schermano la forte luce del Sud del mondo.
- In che modo uno specchio, oggetto quotidiano, porta con sé un concetto di Sud tanto simbolico?
Si carica di valenze simboliche attraverso l’applicazione di un decoro con elementi ripresi da quelli arcaici in trama tessuta, come nei tappeti sardi. E che si valorizza attraverso una sapiente realizzazione artigianale del ricamo sull’oggetto. Rappresenta il mio “mediterraneo“, il mio Sud, che è fatto di luce, mare e decori arcaici riprodotti su manufatti.
- Qual è il suo concetto di Sud?
Mi piace pensarlo equivalente al concetto di mediterraneo, inteso come un insieme di sinestesie sensoriali, di stratificazioni e di relazioni derivanti da un codice genetico ideale comune. Così la mediterraneità nel progetto di design è sinonimo di valorizzazione simbolica, affettiva e rituale dell’oggetto, estetizzazione del quotidiano. Un sistema di valori e forme associate all’istintività e all’irregolarità in contrapposizione all’esattezza dell’ideologia industriale. Un saper fare con alta qualità di produzione artigianale.
- A quale Sud fa riferimento? Al sud Italia, al sud del mondo…
Nel film “Così parlò Bellavista“ di Luciano De Crescenzo si esprimeva il concetto che siamo sempre i meridionali di qualcun altro. Condivido tale concetto e parlare di un Sud in Italia o del mondo mi sembra limitativo: il Sud come portavoce di un arcaico saper fare manuale con una matrice comune in ogni luogo del mondo.
- Lei vive ed opera anche ad Amburgo. In che modo questo influisce sul suo design?
Vivo fra Italia e Germania, tra il Sud Mediterraneo della Penisola Sorrentina e il Nord Europa Baltico di Amburgo. Insieme al grafico tedesco Olav Jünke, dal 2003 conduco lo studio italo-tedesco di design e comunicazione ondesign ad Amburgo dove, privilegiando i principi del design for all e del green design, mettiamo a confronto due culture che si contaminano ulteriormente con l’apporto degli altri creativi del nostro team. Nonostante questo, il mio design porta con sè sempre una forte matrice emozionale di luce, calore e sapere artigianale derivante anche dalla mia origine sarda.
- E il suo rapporto con la Sicilia?
Mi sono innamorata della vostra “Muntagna“, l’Etna, grazie allo sviluppo dell’immagine coordinata del rilancio di un'azienda vinicola etnea del 1700, che includeva anche lo sviluppo del lettering Romeo ricavato da una scritta autografa di un avo dell’epoca dello stile Liberty. Un lavoro che è stato scelto per Spaghetti Grafica 2, mostra e libro sull'eccellenza della grafica italiana degli ultimi anni, presente in Triennale a Milano nel 2010 e curata dal Ministero della Grafica. Una grande soddisfazione.