Il 33° Torino Film Festival si è aperto lo scorso 20 novembre con la proiezione di Suffragette, film ambientato nella Londra del 1912, che vede protagoniste donne di diversa estrazione sociale accomunate dalla tenacia nel rivendicare la parità di diritti rispetto agli uomini: è la storia del movimento femminista che per anni condusse una strenua battaglia, concreta, pragmatica, come recita lo slogan "Deeds Not Words", in favore dell'estensione del diritto di voto, primo passo per un più generalizzato riconoscimento della loro dignità di persone.
Come ricorda la regista Sarah Gavron, "il termine "suffragetta" è stato coniato dalla stampa britannica per sbeffeggiare le attiviste del movimento per il suffragio allargato alle donne. Ma il movimento poi si è appropriato di quella parola. Le suffragette interrompevano le comunicazioni tagliando i fili del telegrafo, facevano esplodere le cassette postali e attaccavano le proprietà private; venivano arrestate e facevano lo sciopero della fame per attirare l'attenzione sulla lotta per l'uguaglianza contro uno Stato sempre più brutale". E tutto questo è stato riversato nel film costruendo un racconto fatto di immagini che parlano il linguaggio femminile degli affetti, della fatica, della sopportazione che, giunta al limite umanamente accettabile, si trasforma in rabbia e ribellione.
Interpretazioni di notevole rilievo: eccezionale Carey Mulligan nel ruolo della protagonista assoluta, Maud Watts, una giovane e dolcissima madre di famiglia dell'East End londinese, costretta a lavorare in una lavanderia fin dalla tenera età di sette anni, in grado di trasformare, una volta avvicinatasi al movimento delle suffragette, la propria mitezza in un'agguerrita intraprendenza. La sua storia ha quasi le caratteristiche di un bildungsroman la cui protagonista vede crescere in sé la consapevolezza di possedere, reconditi, se non addirittura sepolti sotto anni di vessazioni, dei diritti da rivendicare: in Maud la lotta per l'emancipazione è sempre divisa tra il desiderio di rivalsa personale dopo un'intera esistenza fatta di duro lavoro (e sfruttamento sessuale da parte del padrone), e compartecipazione a uno spirito di squadra che permette alle donne di aggregarsi, confrontarsi, esprimere le proprie idee al pari degli uomini.
Helena Bonham Carter è la colta e intelligente farmacista Edith, con il sogno, rimasto nel cassetto, di diventare medico, mente del gruppo di donne che periodicamente si riunisce nel retro della sua bottega per organizzare nuovi piani d'azione - luogo in cui Edith fabbrica efficacissimi ordigni esplosivi. E poi c'è Violet, lavandaia coniugata con un uomo alcolista e violento e troppe bocche da sfamare, interpretata da Anne-Marie Duff: una donna forte che accompagna e accudisce Maud nel suo percorso di attivismo, soccorrendola anche quando viene buttata fuori di casa dal marito. Tante donne con un diverso vissuto alle spalle: un racconto intenso da cui tuttavia viene scongiurata totalmente la dimensione più impulsiva e passionale della femminilità, quella che vive di reazioni istintive, favorendo invece l'intelligenza lucida, esercitata al fine di raggiungere uno scopo che diventa unica ragione vitale, o meglio, unica vera speranza per una vita che meriti di essere vissuta. Senza scendere a compromessi, senza abbassare mai la testa, nemmeno sotto i colpi della polizia, le minacce, i maltrattamenti subiti in carcere.
La chicca della pellicola è la partecipazione speciale di Meryl Streep nel ruolo di Emmeline Pankhurst, l'attivista britannica che nel 1903 fondò l'Unione sociale e politica delle donne (Women's Social and Political Union), dando così una spinta fondamentale al diritto delle donne al voto politico. "Mi ha colpito il fatto che una storia così straordinaria e forte non fosse mai stata raccontata", ha spiegato la Gavron, "ed essendo una troupe quasi esclusivamente di donne, siamo state attratte da un simile materiale". Il film è stato scritto da Abi Morgan, autrice di The Iron Lady, Shame e Brick Lane, il primo lungometraggio, anche questo al femminile, diretto dalla Gavron. L'uscita nelle sale italiane è fissata per marzo 2016.