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Intanto, SugarCon è il nuovo nome dello Sugar Pulp Festival, organizzato dall'associazione Sugar Pulp, che presenta in tre giorni incontri di letteratura, cinema e fumetti di generi pop.
Fino all'anno scorso la location era unica, il Centro Culturale San Gaetano a Padova.
Quest'anno la manifestazione è stata itinerante e i vari eventi sono stati suddivisi tra Palazzo Zuckermann, il Sottopasso della Stua dove ha sede l'associazione, Testi Store che ha ospitato l'angolo dedicato a Star Wars e il bellissimo Caffé Pedrocchi restaurato da poco (a tal proposito, se vi capita di venire a Padova assaggiate il Caffé Pedrocchi con la menta e il cacao).
Ovviamente io non ho visto tutti gli eventi, perché mi mancano ancora dei cloni o, quanto meno, la capacità di proiezione astrale, perciò vi fornirò un resoconto solo su ciò a cui ho partecipato.
Venerdì pomeriggio è partito con la presentazione di alcuni autori della collana Sabot/Age di Edizioni e/o, che ha come tema conduttore quello di focalizzarsi in ogni romanzo su un tema preciso.
C'era l'autore che aveva scritto una storia sul traffico di droga in Spagna, quello che aveva esplorato il tema della mafia cinese, quello che aveva parlato del patto tra 'Ndrangheta e Stato.
Non me ne vogliano gli altri, ma il più interessante è stato Luca Podelmengo, il cui romanzo uscirà la settimana prossima. Con il titolo "Nel posto sbagliato", parte dalla domanda di quanta libertà personale si è disposti a sacrificare in nome della libertà collettiva e mette in scena una piccola distopia in cui la polizia può, tramite l'ipnosi, tirare fuori le informazioni sui crimini da testimoni inconsapevoli.
A questo punto al Pedrocchi c'era Tim Willocks, ma io mi sono spostata per un'oretta al sottopasso della Stua dove ho assistito alla presentazione del romanzo di un giovane sceneggiatore, Enrico Astolfi (per inciso, molti autori italiani che hanno partecipato a questo festival sono anche sceneggiatori).
"Casilina. Ultima Fermata", edito da Ponte Sisto, è un noir urbano ambientato nella periferia di Roma, precisamente al Pigneto.
L'ho trovato interessante perché l'autore ha utilizzato situazioni e personaggi reali della zona, compresi i due personaggi principali, uno psicotico violento e un ragazzo olandese amante degli animali.
Carino l'aneddoto secondo il quale un editor di un'importante casa editrice milanese (l'autore non ha specificato quale) dopo aver letto il manoscritto ha detto che i personaggi non erano credibili, mentre si trattava di persone in carne e ossa!
Tornata al Pedrocchi, ho ascoltato la presentazione congiunta di Matteo Strukul, autore pulp/noir padovano, e Sarah Pinborough, una carinissima signora inglese (del tipo inglese alto magro e biondo) che ha scritto una ventina di romanzi ma di cui in Italia finora è stato tradotto solo questo "Omicidio a Whiteall", edito da Fanucci.
Entrambi gli autori hanno utilizzato nei loro romanzi ambientazioni ottocentesche (quello di Strukul s'intitola "La giostra dei fiori spezzati" ed è edito da Mondadori) e hanno chiacchierato dell'importanza delle città (Londra e Padova) e di altre cose di due secoli fa, compreso oppio e Jack lo Squartatore.
I due romanzi erano quelli con la copertina più bella di tutta la Convention.
Giungiamo così al sabato.
Sono arrivata al Sottopasso della Stua verso le 15.30 e c'era Alan D. Altieri che stava tenendo una lezione di scrittura e Victor Gischler seduto su una poltrona, il che è come per un appassionato di calcio andare al bar e trovare, che so, Zof e Rossi seduti a un tavolo che si fanno una birra assieme.
Mi sono fatta fare l'autografo da Gischler e ho ascoltato un po' Altieri, anche se da lontano.
Al Pedrocchi poi questi due giganti della letteratura hanno tenuto una presentazione assieme.
Gischler è un autore estremamente poliedrico e folle. Nei suoi romanzi c'è di tutto, è davvero uno che si diverte quando scrive.
Altieri più che di scrittura ha parlato di traduzione; quella di Martin, ovviamente, con il solito aneddoto dell'Unicorno, ma anche quella di Hemmet che lui ha ritradotto per Mondadori.
Altieri è fortissimo. L'avevo già visto Modena qualche anno fa, ma fa sempre piacere riascoltarlo.
Gischler mi ha fatto un secondo autografo su una copia di "Spike" acquistata per l'occasione e poi il pomeriggio è continuato con un altro confronto tra Sara Pinborough, l'autore nostrano Marcello Simoni che pubblica thriller storici con Newton e Compton e Tim Willocks, che ha pubblicato da poco il suo nuovo romanzo "I dodici bambini di Parigi".
Willocks è un tipo incredibile. E' alto e largo come un armadio, indossa un cappotto di pelle alla Matrix e ha una zazzera castano chiaro lunga fino alle spalle.
L'incontro si è svolto sull'importanza dell'ambientazione e delle città dei romanzi, un tema che ha attraversato trasversalmente tutta la Convention.
Domenica finalmente una nota fantasy. In realtà sabato si attendeva l'arrivo di Licia Troisi, ma l'evento è saltato perché lei era malata.
Domenica, dicevo, una nota fantasy con Francesco Falconi.
Io seguo Falconi dai tempi di Estasia, ma devo ammettere che ancora non l'ho letto nelle vesti di autore young adults che pubblica con Mondadori.
L'incontro, che si è tenuto assieme alla scrittrice Newton e Compton Francesca Bertuzzi (anche lei sceneggiatrice), ha avuto a tema ancora l'ambientazione, ma anche la costruzione dei personaggi.
La parte più interessante è stata quando Falconi ha spiegato come nei suoi romanzi lui parta sempre da situazioni realistiche (incontri casuali con persone vere) e come il fantasy venga aggiunto dopo.
Il suo ultimo romanzo, Gray, è una rivisitazione della vicenda di Dorian Gray ambientata a Roma ai giorni nostri.
Francesca Bertuzzi purtroppo non l'ho ancora letta, ma magari rimedierò. Da quel che ho capito scrive thriller e ha uno stile estremamente rapido e coinvolgente, da brava sceneggiatrice.
Dopo questo incontro c'è stata una pausa "Caffé Pedrocchi" (e macaron. Io ho una storia d'amore con i macarons), poi Alvaro Gradella ha presentato "L'Aquila e la Spada", edito dalla casa editrice padovana Runa.
Si tratta di un romanzo storico che affonda nel mito, in quanto narra le vicende del governatore romano della Britannia che, secondo la leggenda, era il primo possessore di Excalibur.
Ne ho letto qualche pagina e mi è sembrato interessante. Magari cerco di procurarmelo.
La giornata si è conclusa con la consegna del premio Sugar Pulp a Victor Gischler, degustazione di birra e foto di rito.
Sono tornata a casa con due libri (meno soldi nel portafoglio), due autografi di Gischler e la maglietta dell'evento.
Voglio ringraziare tutti gli organizzatori e chi ha lavorato alla Convention, che ogni anno diventa sempre più grande, bella e importante.
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