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Suggestione oltre al realismo acustico. Il caso dei suoni dell'orribile.

Creato il 16 febbraio 2015 da Manuela Bonci
   Il valore aggiunto che il suono apporta all'immagine cinematografica mi ha sempre attratta. Ragionare sui suoni, isolarli dalla sequenza visiva che si ha di fronte e riascoltarli poi mixati alla scena filmica. Che figata! Concetto chiave che si apprende da subito accostandosi alla materia "suono e immagine" (che è dire tutto e niente in cinematografia!), è la profonfa interdipendenza: il suono rende l'immagine differente da come essa sarebbe senza il suono, e viceversa. Un rumore sentito risuonare nel buio potrebbe benissimo non emozionarci, mentre, percepito di fondo ad una sequenza visiva di impatto, beh, fa la sua sporca figura.Quando l'immagine proietta per pura suggestione una sensazione che un suono, di per sè, non comporterebbe affatto, siamo nel campo della pura magia per me. E il caso dei suoni dell'orribile (o suoni impressionanti) è l'esempio più concreto di tale meraviglia.    Il cinema sonoro classico ha perseguito da subito una suggestione evocata non tanto da ciò che viene mostrato, quanto da ciò che viene accostato, per convenzione, all'immaginazione. Non sempre ci colpisce la realisticità acustica infatti, ma la proiezione che quei suoni ci raccontano in una determinata sequenza filmica. 
http://www.imdb.com/title/tt0060107/?ref_=nm_flmg_wr_12

   Esempi di suoni dell'orribile al cinema ce ne sono a bizzeffe e di meravigliosi (o terribili!).Ne prendo qualcuno che, nei manuali più esaustivi di musica per il cinema o discipline affini, non possono non essere citati. Il primo è un classico esempio del non vedere ma del sentire e intuire ciò che avviene. Mi riferisco alla sequenza della tortura proposta da Tarkovskij in Andrej Rublev (1969). Il principe russo che, torturato e ricoperto interamente di bende che gli scoprono solo le labbra, maledice i suoi aguzzini. La sequenza si spinge nell'agonia più totale quando uno dei suoi carnefici, coprendo la visuale dello spettatore con la testa, si accosta all'uomo e gli versa in gola dell'olio bollente. Noi non vediamo nulla di ciò che accade ma quel terribile suono, di un gargarismo raccapricciante, è esplicativo all'ennesima potenza. 

http://www.imdb.com/title/tt0082893/?ref_=nm_flmg_dr_12
   Altra maestra del suono dell'orribile (lei, o meglio, i tecnici del suono) é stata Liliana Cavani che ne La pelle (1981) ha fatto sentire al pubblico che rumore fa il corpo di un ragazzino schiacciato da un carro armato, facendo scrocchiare della frutta. L'effetto rumoristico pare proprio sia stato ottenuto schiacciando un'anguria o qualcosa di simile, ma il risultato è stato proprio la percezione della vischiosità, dell'umido, dello scricchiolio di ossa di un corpo compresso.    Il sincronismo e la verosimiglianza giocano una partita importante al di là del realismo acustico. E questo è facilmente intuibile anche pensando a come lo stesso suono, magari prodotto con la medesima tecnica, può sonorizzare della semplice frutta schiacciata in un film comico o un corpo fracassato in un horror. La suggestione convenzionale è quello che mi esalta più di tutto. Pensare che in una scena oscurata dalle spalle di un carnefice o dalla testa di un aguzzino, cogliamo tutta la sofferenza del protagonista sventurato, solamente dalle sue grida o dai suoi mugolii ... credo che più esperienza filmica di questa non esista.

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