L’eleganza è frigida era il titolo di un vecchio libro di Goffredo Parise dedicato al Giappone (me ne parlò lui stesso a Venezia, in una casa su un’isoletta della Laguna, in un magico pomeriggio di tanti anni fa). Quella suggestiva associazione fra freddezza ed eleganza mi è tornata in mente in questo gelido passaggio fra autunno e inverno, a proposito di due raffinati eventi presentati dall’associazione culturale Nipponica a Bologna. Eccoli.
- Il 1° dicembre (all’ Aula Absidale di Santa Lucia – via de’ Chiari, 25a, ore 21) si tiene un Concerto di musica tradizionale giapponese con il Koyama-kai koto ensemble. Il concerto, che vedrà la partecipazione di dieci suonatori di koto (arpa orizzontale a 13 corde) e cinque suonatori di shakuhachi (flauto di bambù), proporrà un ricco repertorio legato alla tradizione musicale giapponese. (ingresso libero)
- Il 4 dicembre (al Centro Studi d’arte Estremo Orientale, v. Santa Maria Maggiore 1/d) si terrà invece un laboratorio di lettura e interpretazione dell’arte giapponese condotto da Giovanni Peternolli e intitolato Le raffigurazioni dell’inverno nella pittura e nelle arti applicate, che si presenta così: «Vivere in sintonia con l’avvicendamento delle stagioni è alla base dell’esistenza e dell’estetica giapponesi. L’inverno abita l’arte e la poesia con le sue algide immagini di lune che appaiono tra i nudi e gelati rami degli alberi e l’avvizzire del mondo vegetale. Ma non tutto muore o si smorza come dimostrano il colore acceso dei cachi e dei mandarini, il verde profondo di agrifogli e pini o lo sbucare di qualche bucaneve». (ingresso a pagamento. Info: tel: 051 381694).
Ci sono emozioni, legate all’inverno giapponese, che non mi lasceranno mai. Fra tutte: i giardini zen di Kyoto coperti dalla neve, e il Kinkakuji, il Padiglione d’Oro, che si rifletteva sul piccolo lago ghiacciato antistante. Per accomiatarmi con voi, cari lettori, oggi il commento migliore agli eventi giapponesi di Bologna mi sembra uno haiku d’inverno di Kaya Shirao, tratto dalla raccolta Cento haiku (Longanesi):
Sibila il vento,
tra le fronde degli alberi.
La musica del koto
raggiunge il cielo.