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Sugli sconti, sulle leggi e sui libri

Creato il 05 settembre 2011 da Annalisaemme @annalisaemme
Si è parlato a lungo in quest'ultimo periodo della Legge Levi per l'editoria, che è entrata in vigore il 1º settembre. È stata chiamata legge anti-Amazon: giusta o sbagliata che sia non siamo in grado di dire ora che effetti a lungo termine possa portare una legge del genere, ma è un dato di fatto che questo blog vive di libri e di lettori, di case editrici grandi e di piccole edizioni quindi non potevamo astenerci dal chiedervi cosa pensate e dal dire la nostra!
Sugli sconti, sulle leggi e sui libri
Sicuramente saprete bene di cosa sto parlando ma in poche parole questa legge pone dei limiti pesanti sulla percentuale degli sconti e alla tempistica delle promozioni. In un mondo ideale mettendo in difficoltà le gradi distribuzioni che possono permettersi sconti esagerati si vorrebbe arrivare ad avere un mercato più competitivo ma nella realtà finiremmo per avere prezzi sempre più alti, lettori che spenderanno sempre meno e consumi che scenderanno. Ma questa legge non dovrebbe favorire anche la lettura?? Gli sconti esagerati a favore della distribuzione di massa sono probabilmente solo la punta dell'iceberg, l'editoria italiana è fuor di dubbio una giungla con molti problemi ma alla fine della catena ci sono sempre e comunque i lettori che decidono e spendono.
Da lettrice posso dire che di solito si compera in base alle preferenze, non in base alla casa editrice che pubblica un libro e in fondo il taglio della scontistica è un un vantaggio anche per le grosse case editrici o le grandi catene di distribuzione perchè se un libro lo si vuole comperare ora si finirebbe addirittura per spendere di più e anche loro ci rimetterebbero.
A livello ecomonico potrebbe sembrare una legge giusta, salva le piccole librerie, le piccole case editrici che non possono competere con le multinazionali che scontano i libri a piacere, ma a livello pratico ci troveremmo con dei libri che costeranno sempre di più, visto che all'aumento dei prezzi non è ancora stato messo un tetto massimo e il mercato così vedrà diminuire il potere d'acquisto. Inutile dire che si acquisterà di meno e in un paese in cui la lettura è in calo non sembra una mossa azzeccata. Questo tipo di normative non sono uno stimolo per la cultura, un incentivo reale sarebbe quello di proporre prezzi equi per i libri, così come per i testi di studio in modo che tutti possano permetterseli.
Se l'editoria italiana vuole il libero mercato, perchè non incentivare le vendite di libri? Perché non abbassare i prezzi, al di là della distribuzione o degli sconti? Delle edizioni cartonate ne possiamo fare a meno, delle distribuzioni di massa e delle leggi tappabuchi anche, ma vorremmo avere la possibilità di spendere per un piacere, quello di leggere, che ormai sta diventando un lusso e in questo momento parlo da lettrice, non da economista e non da libraia.
Non sono un'esperta, sono solo una persona che legge e molto, che spende e molto e che si ritrova con queste belle leggi che sembrano dire "Ehi, tu che sei alla fine della catena, spendi di più ma salva le piccole librerie e dai ancora più soldi alle multinazionali!" Io sono del parere che un libro sia fatto per essere letto, non per svenarsi a colpi di 20 euro a volume, non per la distribuzione o gli sconti, le case editrici grandi o piccole vivono grazie ai lettori, siamo alla fine della catena appunto, e nonostante questo non abbiamo voce in capitolo.
Vi scrivo io a nome di tutto il team di Reading at Tiffany's per sapere anche le opinioni di altri lettori, soprattutto di chi fra voi magari è anche scrittore o lavora in casa editrice, sarebbe bello se ci diceste cosa ne pensate e se siete d'accordo o meno. Diteci la vostra!

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