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"Sui passi del patrono Donnino" oggi su quotidiano Avvenire

Creato il 04 ottobre 2015 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
Pagina dedicata alla nostra città oggi sul quotidiano Avvenire curata dalla Redazione de "il Risveglio" . Nell'immagine la pagina in formato ridotto, qui sotto il messaggio del Vescovo La parola del vescovo «Noi, testimoni controcorrente sui passi del patrono Donnino» DI CARLO MAZZA *
Il martire san Donnino continua ad essere sorgente di riconoscenza, di gioia, di speranza. 
Ogni anno, al fedele accadere della memoria santa del suo martirio al di là dello Stirone e poi consumatosi al di qua del torrente, fino a stramazzare a terra sul territorio del borgo fidentino, si rinnova come d’incanto un evento che rigenera la fede, rinsalda una nobile e fulgente tradizione, apre orizzonti di speranza per una città e una diocesi che nel tempo hanno conservato una cristallina fedeltà al loro insigne patrono.  In realtà la festa del martire Donnino non appare affatto una circostanza occasionale, ma diviene rappresentazione nell'oggi dell’origine del nostro essere cristiani a partire da un martirio lontano e che, a tutt'oggi, conserva la sua imprescindibile forza di attualità. Sta nel sentire, nel credere, nel testimoniare la nostra fede in nome di un «cristiano» che ha voluto dichiarare la sua totale dedizione a Gesù Cristo contro l’insipienza arrogante di un imperatore e contro una società corrotta e senza speranza.  Donnino come martire è testimone per sempre, oltre il suo carnefice e il suo tempo. Infatti i carnefici finiscono, i tempi mutano, ma il martire supera le circostanze e si fa nostro contemporaneo. Di qui insorge la sua attualità nel nostro tempo, nella nostra società e nella nostra Chiesa perché chi dona la vita per Gesù, non trapassa mai, non viene mai cancellato dalla memoria grata e santa.  Allora diventa affascinante pensare la figura di san Donnino nel nostro oggi. Che farebbe? Che direbbe? Come disporrebbe della sua fede integerrima in un mondo così contraddittorio e convulso e, spesso, disperante come il nostro?  Le domande incalzano, ma non in modo retorico, perché intercettano la condizione della nostra fede, del nostro impegno nel mondo, della nostra capacità di testimoniare effettivamente Gesù Cristo nelle situazioni complesse e precarie in cui siamo posti a vivere. Dalla Provvidenza ci è stato dato di attraversare questo tempo con la dignità di chi riconosce che la vita non è un caso, non è una fatalità, ma un dono che reca un "disegno", che chiama una responsabilità, che indica una vocazione. Oggi il martire Donnino ci sospinge a varcare la soglia del "nuovo" senza abdicare al passato. Con l’eredità dei padri, ci incoraggia ad introdursi nei nuovi e imprevedibili territori della modernità.  Qui sta la sfida del martirio nell'oggi: saper essere totalmente cristiani, liberi da vincoli ideologici, sopportando la "croce" di oggi con la forza e il coraggio di Donnino. La croce di oggi consiste nell'accogliere lo stupore di Cristo, la sua verità e la sua salvezza, il suo Vangelo contro ogni apparenza e ogni derisione, contro l’illusione di uno stravagante e avvolgente consumismo. Proprio questa condizione tende a bruciare ogni energia vitale e crea dei "simil-falliti", cioè persone incapaci di amare oltre il piacere, di assumere correttamente i doveri e responsabilità della vita, di guardare il mondo con occhi solidali. Siamo chiamati dalla sfida dei tempi ad uscire dalle paure, a non chiudersi in circuiti autoreferenziali, ad accogliere chiunque sia perché reca il volto di Cristo.  I martiri di oggi sanno essere "alternativi" ai modelli presenti offerti dalle società dell’apparenza e dell'autoaffezione fine a se stessa. I martiri di oggi sono profeti che rompono gli schemi, sanno creare nuovi significati di vita, pagando di persona con una coerenza di vita a tutta prova.  Non per nulla si dice che oggi il cristiano deve accogliere la vocazione del martirio, non certo offrendosi come vittima sacrificale a chissà quale tiranno, ma lottando con coraggio contro le sottili tentazioni mondane, contro gli illusionisti di false verità. Così il martire di oggi è sollecitato a sconfiggere ogni resistenza della passività, dell’accomodamento, del «sempre si è fatto così».  Con lungimiranza trova una nuova sintesi esistenziale che raccorda in avanti fede e vita, passato e presente, in un atteggiamento profetico, che non nega ma integra, che non disprezza ma suscita stima, che non giudica ma ama. Ogni cristiano, cresciuto alla scuola di Donnino, libera le energie divine in lui seminate dalla grazia del Crocifisso e Risorto, e cammina in una vita nuova, gioiosa e appassionata del bene individuale e comune.  Così la festa del patrono si presenta come una speciale occasione di sentirsi lieti nella fede, forti nella speranza e amabili nella carità, al fine di costruire una città degna dell’uomo, capace di affrontare le sfide della vita con un atteggiamento positivo e fiducioso sotto la guida di un santo martire di nome Donnino. * vescovo

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