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Per citarne una tra tutte, c’era una saga a puntate dal titolo “Storia e gloria della dinastia dei paperi”, che narrava le vicende degli antenati dei nostri beniamini, dalle origini della civiltà all’Egitto dei Faraoni, dal Medioevo alla conquista del West alla fino ai giorni nostri. C’era anche un unico filo conduttore che legava assieme tutti gli episodi e, se non mi sbaglio, c’era anche un concorso legato alla saga. Purtroppo il tempo ha cancellato in parte la mia memoria ed oggi non mi resta molto di più di quello che ho scritto qui sopra. Sono quasi sicuro comunque che fosse il 1978 visto che, questo lo ricordo bene, su quegli stessi albi si parlava parecchio dei Mondiali di Calcio argentini, che ebbero luogo proprio in quell’anno (nota per le mie lettrici: non stupitevi… è una caratteristica tipicamente maschile quella di associare i periodi della propria vita agli avvenimenti calcistici).
Come dicevo all’inizio, però, alcuni di quei giornalini sono incredibilmente sopravvissuti al bambino che ero, hanno attraversato i decenni e sono giunti pressoché intatti fino al me adulto di oggi. Tra questi un simpatico volumetto dal titolo “Gli anni ruggenti di Topolino”: si tratta in realtà, più che di un giornalino, di una vecchia edizione Oscar Mondadori a fumetti, una sorta di “edizione speciale deluxe” con il meglio del Topolino delle origini, quello anni ’30, rigorosamente in bianco e nero (e forse proprio per questo sopravvissuto alle mie sforbiciate). Una sorta di reliquia, insomma. Chissà quanto ci potrei ricavare su ebay? Ehm.. vabbè.. scusate… era solo un pensiero malsano. Non ho veramente l’intenzione di privarmene. Stavo dicendo? Ah già.. il Topolino delle origini. Non so se ve lo ricordate o se lo avete mai visto: era un Topolino molto diverso da quello che tutti noi conosciamo. Innanzitutto era disegnato in bianco e nero, il che era dal mio punto di vista una cosa assolutamente inaccettabile. In secondo luogo gli stessi lineamenti del topo disneyano erano molto più grezzi, più spigolosi, disegnati forse da una mano incerta o meno in sintonia con il personaggio. Insomma, non solo non mi piaceva, ma mi faceva persino un po’ paura. E forse avevo ragione ad aver paura…
Diversi anni fa infatti, un critico cinematografico statunitense (di cui ometto il nome), mentre stava raccogliendo del vecchio materiale per realizzare un DVD sulle origini di Topolino, incappò in un cartone animato decisamente strano. Secondo le fonti, non si trattava di nulla di speciale. Era solo un loop continuo di Topolino che camminava su un marciapiede, davanti ad una serie di palazzi. Il video proseguiva per circa due o tre minuti prima di chiudersi in dissolvenza. Invece delle solite graziose musichette che ci si aspetterebbero da un cartone animato Disney, la melodia di questo video era decisamente inquietante: una serie di accordi dissonanti, pestati su un pianoforte per un minuto e mezzo, che andava via via trasformandosi in un rumore indistinto. Quello non era il solito vecchio e allegro Topolino che abbiamo tutti amato, Topolino non ballava, né tantomeno sorrideva: si limitava a camminare, con un’espressione afflitta. Il cartone fu scartato perché ritenuto di qualità troppo scadente per trovare posto su un DVD, ma l’uomo ne tenne tuttavia per sé una copia in digitale poiché, al di là di tutto, restava pur sempre una creazione del vecchio Walt. Fu proprio riguardandolo sul computer che egli un giorno si rese conto di un particolare che fino a quel momento gli era sfuggito: il cartone animato durava 9 minuti e 4 secondi!
Riporto qui di seguito uno stralcio del suo stesso diario, così come l’ho trovato: “Non mi ero accorto prima di allora che ci fosse qualcos’altro oltre ai tre minuti che avevo già analizzato. Mi trovo qui davanti al computer emozionato come un bambino davanti ad una scoperta meravigliosa. Tra pochi istanti ne saprò di più. Ecco… dopo la dissolvenza in nero, il video rimane tale fino al sesto minuto… poi la scena ritorna su Topolino che cammina. Il sottofondo musicale è diverso questa volta: quasi un mormorio, ma non sembrano parole… assomigliano di più ad un pianto gorgogliato. Il rumore diventa sempre più indistinguibile… le immagini si trasformano in qualcosa di inquietante… il marciapiede comincia ad andare in direzioni che sembrano impossibili… il viso affranto del topo comincia ad arricciarsi lentamente in un sorrisetto sadico. Ecco.. sono arrivato al settimo minuto… Mio Dio… il mormorio si è trasformato in un urlo raccapricciante… l'immagine è ancora più oscura. Stanno comparendo dei colori! Pazzesco! Come è possibile? Al quel tempo i colori non erano ancora possibili. La faccia di Topolino inizia a cadere a pezzi.. E’ incredibile! I suoi occhi rotolano sotto al suo mento come biglie, i palazzi diventano macerie fluttuanti a mezz'aria e…. manca poco alla fine ormai… ecco sta per succedere qualcosa… Mio Dio….”La leggenda vuole che egli non finì mai di visionare il filmato. Si alzò ed uscì dal proprio studio, si recò nel soggiorno dove era riunita la propria famiglia e, impallidito, disse ad alta voce ai presenti: "La vera sofferenza non è ancora conosciuta". Detto questo prese la pistola, se la infilò in bocca e premette il grilletto.
Di quel video maledetto si sono perse le tracce. Forse dimenticato, forse distrutto, forse sepolto in qualche archivio dell’FBI. Qualcuno che afferma di averlo visto sostiene che l'ultimo fotogramma del video riporta un frammento di testo in cirillico, che approssimativamente significa: "Le viste dell'Inferno riportano dentro chi le vede." Ma questo non è possibile verificarlo perché, come detto, il video è andato perduto per sempre. Oppure no?
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