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Seconda guerra mondiale, piccolo paese della Francia occupata da nazisti che vengono fatti alloggiare presso gli abitanti, tutti ostili a parte Lucille, giovane sposa col marito al fronte che si ritrova, gradualmente attratta da un colonnello colto e gentile, amante della musica come lei.
Saul Dibb, sei anni dopo il suo debutto, La Duchessa, adatta un altro bestseller in cui costumi e denuncia sociale si incontrano: là Keira Knightley, in sontuosi abiti settecenteschi soffriva in sfarzosi castelli in cui era obbligata a subire i tradimenti e le angherie del marito, qui, negli anni della guerra, un’altra figura femminile condannata a interpretare la parte della vittima in una società sessista e retrograda. C’è quindi un filo conduttore nell’opera di questo regista poco prolifico, nonché un innegabile talento nel restituire con fedeltà e coinvolgimento i periodi storici rappresentati. Suite Francese è infatti impeccabile dal punto di vista di tutto ciò che è cornice: la musica, la scenografia, i costumi. E in un film come questo la cornice è di vitale importanza. Le lacune sono in alcuni passaggi di scrittura nell’evolversi (e dissolversi) della liason amorosa. Ma il rischio mélo è scongiurato: prevale, invece, l’accurata ricostruzione di una piccola storia che si scontra con la Storia. Il film rappresenta nondimeno un modo per confrontarsi con un’autrice di talento scoperta tardivamente: Irène Nemirovsky, deportata e uccisa in campo di sterminio. Ma come dice la didascalia che chiude il film, il nazismo non l’ha uccisa veramente perché la sua opera vive tutt’ora e rappresenta una vittoria sul male. Parole della figlia dell’autrice, che ha trovato il manoscritto, incompiuto, in una vecchia valigia. Delle cinque suite previste, l’autrice ne ha portate a termine solo due, nel film riproposte con un finale che probabilmente sarebbe piaciuto alla stessa autrice e a sua figlia, morta pochi mesi prima delle riprese. Attori tutti adeguati: da Michelle Williams, sfuggente e discreta protagonista, una sempre brava Kristin-Scott Thomas, il ritrovato Matthias Schoenaerts di Un sapore di ruggine e ossa e un'irriconoscibile Margot Robbie (The Wolf of Wall Street). VOTO: 7