Suite francese (UK, Francia, Canada, Belgio 2014) Titolo originale: Suite Française Regia: Saul Dibb Sceneggiatura: Saul Dibb, Matt Charman Tratto dal romanzo: Suite francese di Irène Némirovsky Cast: Michelle Williams, Matthias Schoenaerts, Kristin Scott Thomas, Ruth Wilson, Sam Riley, Tom Schilling, Margot Robbie, Alexandra Maria Lara, Lambert Wilson Genere: polpettone storico Se ti piace guarda anche: Storia di una ladra di libri, Fury, Testament of Youth
Suite francese fin dal titolo promette di essere la mia visione ideale. Il termine suite lascia immaginare una forte componente musicale e ciò per me è sempre un bene. A meno che non si intenda la suite di un hotel, e pure in tal caso la cosa non mi dispiace affatto. Io poi adoro tutto ciò che è francese. Oltre al titolo, se a ciò aggiungiamo che la protagonista è la mia adorata Michelle Williams, ancora meglio. Buttiamoci nella visione di questa pellicola!
A frenare il mio entusiasmo ci pensa l'ambientazione storica. È il 1940, i tedeschi hanno appena invaso la Francia e siamo in piena Seconda Guerra Mondiale. Boooring. Ecco, io non ho niente contro la Seconda Guerra Mondiale... Oddio. Veramente qualcosa contro ce la avrei anche. Quello che volevo dire è che non ho niente contro i film sulla Seconda Guerra Mondiale. Se non il fatto che hanno rotto. Se c'è un argomento inflazionato ancora più di vampiri, zombie e supereroi, è la World War II. A convincermi a dare comunque una possibilità a questo film, oltre al fatto di chiamarsi Suite francese e di vantare Michelle Williams come protagonista, c'è il fatto che avevo sentito che era tratto da un romanzo diverso dal solito. Un lavoro incompiuto, che pareva essere distante dalle classiche storie ambientate nella Seconda Guerra Mondiale. Anche il film che ne hanno tratto è diverso dai soliti?
No. Suite francese è un classico film sulla Seconda Guerra Mondiale. Non si distingue in maniera particolare, se non per il fatto che non c'è una distinzione netta tra buoni o cattivi, come se fossimo in una (pessima) canzone di Vasco. I tedeschi non sono tutti cattivoni e i francesi non sono tutti esempi di alta moralità. Quasi ogni personaggio è ritratto attraverso 50 sfumature di grigio, mi si passi l'espressione. L'andare oltre gli stereotipi è il grande pregio della pellicola. Dopodiché le note positive di questa suite sono praticamente finite. Ma come? Non si salva manco Michelle Williams?
"Oh, sarai mica fissato anche te con Spielberg come Dawson?"
"Certo che sì. Adoro Schindler's List!"
Ho sempre voluto un gran bene a Michelle Williams. Dai tempi di Dawson's Creek fino al grande salto tra le interpreti hollywoodiane che contano con I segreti di Brokeback Mountain, dai suoi film più indie come Blue Valentine, Take This Waltz e Synecdoche, New York, per arrivare persino alle sue (rare) concessioni commerciali come Il grande e potente Oz. Detto questo, l'americanissima e dai tratti quasi ariani Michelle Williams nei panni della francese c'azzecca davvero poco. In più, recita in maniera svogliata, fredda, incapace di provocare un vero trasporto emotivo nei confronti del suo personaggio. Jen, che ti succede? Poco convincente pure la storia d'amore presente tra la francese (ma dove?) Michelle Williams e un ufficiale tedesco (ma dove?) interpretato dal belga Matthias Schoenaerts, bravissimo nel mio cult personale Un sapore di ruggine e ossa e invece qui pure lui svogliatissimo. Sarà che un belga nella parte di un crucco non ci azzecca nemmeno lui una mazza? Quello tra loro due è un amore di quelli tragici che però, piuttosto che ricordare i drammi di Shakespeare, finiscono più dalle parti di Nicholas Sparks. E non è proprio la stessa cosa.
"Non solo Joey m'ha scaricato per un gay, ma ora Jen si fa pure un nazi?
Bestia, che sfiga!"
Le scelte del casting in generale sono del tutto sballate. C'è ad esempio l'australiana Margot Robbie che è troppo glamour e troppo in salute per interpretare con credibilità la povera contadinella francese morta de fame.
"Lo ammetto, non sono per davvero una porella francese, ma non c'è bisogno di spararmi!"
Gli altri attori come Kristin Scott Thomas e Sam Riley sono invece troppo britannici. L'attrice rivelazione della serie The Affair, Ruth Wilson, quando compare ruba la scena a tutti, ma pure lei è troppo inglese per fingersi francese.
La mossa più azzeccata è allora quella di Tom Schilling, il sempre ottimo Tom Schilling già visto in Oh Boy - Un caffè a Berlino e Who Am I: un tedesco nella parte di un tedesco? Davvero? Quelli del casting se ne sono accorti? L'avranno fatto volontariamente?
"Non posso venire con te, dannato nazi. Non l'hai mai visto The Affair? Non sai che sono sposata con Pacey?"
"Sì, ma so anche che per te quello non è certo un problema..."
"Eddai Pacey, non metterti a frignare come Dawson.
Alla fine con il nazi non ci sono stata. Gliel'ho solo fatta annusare un po'..."
L'unico francese, almeno tra gli attori principali, presente in una pellicola ambientata in Francia come questa è invece Lambert Wilson, di recente visto anche nel delizioso 5 to 7. Tra l'altro secondo me è uno dei peggiori attori francesi in circolazione, ma va beh, se non altro c'hanno preso la nazionalità.
I problemi di questo film, che pure racconterebbe una bella storia, sono numerosi: una regia anonima degna di una fiction Rai, un trasporto emotivo parecchio basso per essere un drammone storico-sentimentale, attori poco convinti e del tutto fuori parte, la mancanza di una reale originalità rispetto a lavori simili usciti di recente, ma con una realizzazione parecchio migliore, come Storia di una ladra di libri, Fury o pure Testament of Youth (sebbene quest'ultimo fosse ambientato durante la Prima Guerra Mondiale).
Il maggiore difetto comunque è quello di tradire del tutto il suo titolo. Suite lascerebbe presupporre una sinfonia divisa in più brani, in più movimenti. Queste erano le intenzioni di Irène Némirovsky, l'autrice del romanzo, che lo voleva dividere in 5 parti differenti. Il libro purtroppo è rimasto incompiuto, la scrittrice è riuscita a completare appena 2 parti ed è stato pubblicato postumo soltanto nel 2004, diventando per altro un bestseller mondiale. Il film si concentra così principalmente su un'unica parte del romanzo, in particolare sulla vicenda d'amore, e non è quindi per niente una suite. Inoltre il brano che dà il titolo al tutto, per quanto composto dal premio Oscar Alexandre Desplat, non è che rimanga particolarmente impresso nella memoria. E, soprattutto, Suite francese di francese non ha quasi nulla. La pellicola è stata girata in lingua inglese, con attori prevalentemente anglofoni, e vederlo in lingua originale fa la stessa impressione di vedere Gomorra recitato in dialetto lombardo. Sarà anche una Suite francese, ma francese dove? (voto 6-/10)