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Sul Beppe Grillo filosofo, da Pitagora a Quasimodo: la bella svolta di Catania e la Sindrome Santanché.

Creato il 04 novembre 2012 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Sul Beppe Grillo filosofo, da Pitagora a Quasimodo: la bella svolta di Catania e la Sindrome Santanché.di Rina Brundu. Chi sono? Dove sto andando? Sono un comico e sto nuotando. Sono queste le domande che si poneva e le risposte che si dava il Beppe Grillo filosofo in comizio alcuni giorni fa a Catania. Chi siete? Chi siete? Arringava poi, rivolgendosi alla folla: siete voi, abitanti di una terra speciale, siete “speciali”. Nell’enfasi oratoria l’ex comico genovese è arrivato fino ad immedesimarsi nel Pitagora che predicava da un cratere dell’Etna, dando il la – sempre a sentire il “garante” del Movimento a 5 Stelle – alla Rivoluzione Francese che, appunto, sarebbe cominciata in Sicilia.

Ma, a dimostrazione che i tempi sono cambiati, che se l’isola è pur’essa diversa (la mafia sarebbe ormai di stanza fissa in Lombardia e dintorni), molto resterebbe ancora da fare, un Grillo quanto mai ispirato si è affrettato a dipingere un quadro a tinte fosche dello stato dei beni culturali in Sicilia; il tutto partendo dall’immagine di un Etna abbandonato a se stesso, passando a descrivere la  diroccata abitazione che fu di Luigi Pirandello e arrivando a rilevare una “corruzione” latente finanche nella notoria vena poetica del popolo siculo in virtù della quale gli immortali versi di Quasimodo avrebbero subito la seguente nefasta mutazione nel dna: “Ognuno sta solo sul cuore della terra…. ed è subito Micciché”. Ma come avete fatto a passare da Quasimodo a Micchiché?

Altre domande senza una risposta troppo convinta, come ben si conviene al profondo interrogarsi di ogni grande filosofo. Certo, se è vero che “Quanto Pitagora comunicava ai discepoli più stretti, nessuno è in grado di riportare con sicurezza: in effetti presso di loro, il silenzio era osservato con grande cura” (Porfirio), allora le strade di colui e del Grillo pedinato dalle troupe giapponesi persino nel cuore della Sicilia più vera, si separano lì. A ben guardare si separano anche prima, ma di questi tempi occorre accontentarsi. Occorre accontentarsi, per esempio, dell’invito del novello Savonarola genovese ai pescatori siciliani a “parlare con me, non io a loro”, o di quando dipinge una Sicilia e una Italia dove le macerie post-belliche sono oramai diventate macerie-ideali dentro le dinamiche asfittiche  di una sorta di “terra desolata” di eliotiana memoria. Una terra-desolata che è pure “rosa malata” blakiana, laddove la corruzione la colpisce direttamente al cuore, laddove finanche la segretaria di un segretario di partito è indagata: “Ma dove cazzo si è mai visto un Segretario che abbia una segretaria?”.

E poi Grillo continua, come un fiume in piena, in un discorso esteticamente bello e politicamente valido. Un discorso fatto splendido da infinite trovate brillanti ed esilaranti, coinvolgenti, un discorso reso politicamente legittimo dagli infiniti nodi scoperti toccati senza pietà e senza simpatia giustificativa alcuna. Un discorso, a mio avviso, di svolta. A tratti, pareva certamente di riscontrare, nello stesso dirimere, artifizio correttivo – come notavasi, per esempio, nella performance di basso-profilo tenuta dall’onorevole Santanché durante l’ultima puntata di Servizio Pubblico, nel suo nuovo ruolo di rottamatrice-a-destra – ma, neppure questo ha guastato troppo. Infatti, se Grillo vorrà convincere l’altro 50% di siciliani (leggasi italiani) che non ha votato, dovrà per forza di cose dare più sostanza pragmatica alla verve dialettica e all’estro clownesco, nonché dotarlo di una legittimazione-di-superficie che considerati i molti shortcomings della natura umana (la quale è sempre incline a trovar maggiori motivi di rassicurazione nella bugia politica suadente piùttosto che nella verità rivoluzionaria spaesante), non potrà che aiutare.

Infine dovrà continuare con maggior determinazione sulla newly-found via del saper-ascoltare, perché, proprio come sosteneva il suo nuovo mentore filosofico: “Uomo che ami parlare molto: ascolta e diventerai simile al saggio. L’inizio della saggezza è il silenzio”.

Featured image la Testa del Filosofo, parte di una statua bronzea custodita al Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, è un probabile ritratto di Pitagora. Fonte Wikipedia.

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