Così, visto che è di stagione e che ho appena terminato la raccolta delle nostre olive, ho deciso di inaugurare questo spazio del blog parlandovi di olio.
A Villa la Lodola ci sono sempre stati gli olivi ma negli anni mio padre, Mario, ne ha piantati altri e, insieme alla famiglia, è cresciuto anche il numero delle piante. Anche quando è nata mia figlia, Anita, ci hanno regalato un olivo che ora, a 2 anni, ha iniziato a dare i suoi frutti.
Quello della raccolta può sembrare un momento noioso e faticoso per chi non lo ha mai fatto, e se da un parte è un lavoro che richiede impegno e fatica, dall’altra, se fatto in buona compagnia, è divertente. Io amo la campagna e la raccolta delle olive non è altro che un momento di condivisione della pace della campagna e del profumo degli olivi. E per me è anche una tradizione di famiglia. Tradizione che ho abbandonato negli anni in cui sono stato lontano da Foiano e da Villa la Lodola, e che mi è anche mancata.
E’ difficile da descrivere la sensazione dell’oliva che scivola fra le mani, perchè una volta, quando avevamo più tempo, si faceva a mano, senza le macchine di oggi. Vedere le cassette riempirsi di olive e confrontarsi su com è stato il raccolto dell’anno a differenza di quello precedente. Perchè ogni annata ha la sua peculiarità, esattamente come il vino. E mi ricordo poi che a metà giornata c’era il pranzo, una specie di picnic tra gli olivi, con i panini e un bicchiere di vino. Questo per la verità lo facciamo ancora oggi, bere un buon bicchiere di vino durante la raccolta riscalda e rende tutto più conviviale.
Negli ultimi cinque anni, da quando mi occupo dell’Osteria, ho iniziato a andare anche al frantoio.
E dopo esserci stato una volta adesso non riesco più a rinunciraci perchè è un’esperienza unica. Tutta la fatica fatta per raccogliere diventa frutto, ovvero olio, davanti ai miei occhi. Il profumo dell’oliva appena spremuta pervade il frantoio e è talmente denso che sembra quasi di poterlo assaggiare. Certo oggi il frantoio ha perso un po’ della poesia di una volta, niente più macine di pietra, ora è tutto automatizzato e veloce. Ma come dire, il progresso da una parte aiuta e dall’altra lascia sulla strada qualche “vittima”, le vecchie usanze.
Non c’è niente di più bello che poter assistere alla frangitura delle olive e vedere il prodotto della propria fatica e della propria terra trasformarsi in un buon olio extravergine toscano.
L’attesa del nuovo olio, al frantoio, è un momento di gioia e condivisione. Giovani e anziani si confrontano sulla qualità dei rispettivi raccolti e sulle difficoltà dell’annata. Rispetto ad altre colture, quella delle olive unisce le generazioni e è facile accorgersi del passaggio di consegne e conoscenze tra padre e figlio. E’ per questo che il nostro olio - intendo quello toscano artigianale che conosco direttamente - è diverso, perchè ha il valore aggiunto della tradizione e del rispetto per la natura.
Tutta questa “storia” del prodotto è racchiusa nel suo sapore e rende speciale il piatto a cui aggiungiamo quel filo d’olio.
Anche voi producete il vostro olio?
Che tipi olio scegliete per le vostre ricette?
al prossimo prodotto...