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Sul Croll Petzl 2013

Creato il 08 novembre 2013 da Andrea Scatolini @SCINTILENA

Non ho conoscenze adeguate per poter prendere una posizione sulla diatriba che si è venuta a creare in Italia a proposito delle caratteristiche tecniche del nuovo Croll 2013 che la Petzl ha introdotto sul mercato.
Ormai da parecchi mesi è in corso uno scontro/incontro tra la Petzl e la Commssione Nazionale delle Scuole del CAI attravero il CRASH, il Centro di Costacciaro che da decine di anni effettua prove tecniche di tenuta sulle attrezzature speleoalpinistiche.

In particolare, a Costacciaro sono stati eseguiti dei test che evidenziano una minore resistenza di questo prodotto nei confronti del vecchio modello.

Relazione dei primi test eseguiti al Crash:
http://www.speleocrasc.it/FilePDF/SintesiRelazioneAssembleaSNSCostacciaroPartePrima.pdf

Risposta della petzl di aprile:
http://www.scintilena.com/precisazioni-della-petzl-sul-nuovo-croll-dopo-la-relazione-delle-prove-di-resistenza-di-costacciaro/04/24/

Nuovi test del Crash di Costacciaro dopo la risposta Petzl:
http://www.speleocrasc.it/croll2013nuovitest.htm

A Casola si è svolta una seguitissima tavola rotonda con la presenza del CRASH e della Petzl; Il CRASH nonchè la Commissione Scuole del CAI hanno rilasciato una nuova dichiarazione:
http://www.speleocrasc.it/casola2013presentazionepetzl.htm

Nei giorni immediatamente seguenti all’incontro di Casola, sono state dette e scritte molte cose, di cui la più sicura è che, visti i regolamenti delle scuole CAI e SSI che impongono che sul bloccante ventrale sia presente un dispositivo antiribaltamento, nei corsi il nuovo Croll 2013 non si può usare perchè è privo di dispositivo antiribaltamento.

Tra tutte le cose scritte, da tifosi, appassionati, fruitori più o meno competenti, abbiamo deciso di pubblicare una nota scritta da Antonio Del Magro, che a mio avviso contiene spunti ed elementi costruttivi e considerazioni valide che condivido pienamente:

Trovo in parte costruttivo che il dibattito (non esaurito) tenutosi sabato scorso nella sala Guidani a Casola, continui sulla lista… Sottolineo _in parte_, poiché qui manca la controparte Petzl, ma comunque interessante poiché si sta delineando che la comunità speleologica non è poi così concorde come un po’ tutti si aspettavano… perlomeno io.

A partire dalla sorpresa nel vedere una platea da “tutto esaurito” compuntamente unita ad ascoltare Salvatori, quando pochi anni fa, sempre a Casola, non fu nemmeno messo in condizioni di terminare la sua interessante esposizione sui multimonti, mi pare.

Ad ogni modo… nello spirito adatto ad una rappresentazione teatrale, quale l’esposizione casolana è finita per diventare, non sono mancate manifestazioni di coerenza col comportamento passato… e, pur sforando il tempo assegnato, non abbiamo saputo approfittare, secondo me, della presenza di Maurice e Chabot per rendere ancora più incisiva e propositiva l’attività condotta dal GLM, al fine di farne tesoro da parte dei progettisti Petzl, perlomeno per il futuro.

Ho avuto l’impressione che Maurice e Chabot siano letteralmente “caduti dalle nuvole” nel constatare che il GLM aveva testato i nuovi croll con sollecitazioni quasi-statiche, tant’è che in tutta risposta alla relazione pubblicata a maggio, Petzl aveva diffuso un video in cui il nuovo croll superava egregiamente una serie di test, ma tutti tassativamente dinamici.

Ora, io capisco che si dia più importanza ai test in cui si stressano le condizioni d’esercizio prevalenti e reali, ed in questo concordo con l’impostazione della normativa e quindi delle prove condotte in Francia (solo in teleferica/paranco i bloccanti lavorano quasi-statici, ma in trazione o compressione…?!), tuttavia ritengo altresì preziosissima l’informazione: “A quale carico mi si distrugge l’attrezzo?” se non altro per poter fare una scelta fra i diversi dispositivi presenti sul mercato.

Ebbene, a Costacciaro si è comprensibilmente cercato di scoprire il limite di tenuta dell’attrezzo, quindi di arrivare a romperlo e sapere con che carico… A Grenoble probabilmente è sempre bastato verificare che l’attrezzo fosse “compliant”, senza stilare una classifica del meglio e del peggio. D’altronde ciò è coerente coi ruoli, il costruttore deve garantire una soglia minima, il consumatore preferisce quello con il carico di rottura maggiore!

Non mi stupirebbe che in Petzl nemmeno sapessero che il nuovo croll si rompe con un carico inferiore al vecchio … probabilmente, spero, da lunedì proveranno a spaccarne qualcuno, esattamente come Salvatori, che rientrato a Costacciaro, ha effettuato test dinamici senza riuscire a rompere i nuovi croll, ma in compenso è riuscito a schiantare la corda in 4 casi su 5, confermando in sostanza la criticità del nuovo bloccante pur col metodo del test a caduta http://www.speleocrasc.it/

Ecco, questo dovrebbe essere lo spirito giusto: far tesoro delle esperienze altrui e cercare di migliorare sempre. Mi piacerebbe che il canale creatosi tra il GLM della SNS-CAI ed il costruttore Petzl, non si chiudesse nella polemica e nell’arroccamento sulle proprie reciproche posizioni, ma continuasse a produrre evoluzione e sviluppo nell’ottica di migliorare la sicurezza degli utenti finali, professionisti e non. Mi aspetto dunque che, coerentemente con l’impegno dimostrato nell’effettuare i test e pubblicarne i risultati, la SNS-CAI come struttura di riferimento per la speleologia italiana, si sforzi ulteriormente nel fare il possibile per tenere aperto costruttivamente il dialogo con Petzl, piuttosto che limitarsi a suggerire agli speleologi italiani di rivolgersi ad un altro costruttore.

Infine… grazie Casola, anche per questo!

antonio -GSLucchese-


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