Red Orchestra 2 si sposta nel Pacifico della Seconda Guerra Mondiale con un'ambiziosa espansione stand-alone
Inizialmente flagellato dai bug, Red Orchestra 2 si è risollevato patch dopo patch, grazie al lavoro dei ragazzi di Tripwire. E il successo è stato tale da giustificare una nuova incursione nel genere degli FPS tattici multiplayer con un prodotto basato su quanto di buono fatto fino ad oggi. Rising Storm, ibrido tra nuovo capitolo multiplayer ed espansione stand-alone, ci porta nel bel mezzo delle grandi battaglie del Pacifico. Un fronte lontano, quello conteso tra yankee e giapponesi, che non ci ha toccato come lo scontro che si è consumato in Europa, ma che ha ospitato alcune delle battaglie più imponenti della seconda guerra mondiale. Lo spirito del Giappone contro quello degli Stati Uniti, premuti uno contro l'altro fino all'esplosione finale che si è tristemente consumata sulla popolazione di Nagasaki.
Rising Storm - Trailer GDC 2013
Le meraviglie del Pacifico
Rising Storm rievoca le atmosfere di titoli ad ampio respiro come Medal of Honor: Allied Assault traducendo il tutto in un contesto multiplayer fatto di obiettivi, postazioni e grandi fronti da infrangere. La formula è quella di Red Orchestra 2 e non ha l'ampiezza di Iron Front Liberation 1944, ma punta a creare un'esperienza più strutturata e serrata con le classiche modalità a obiettivi che vanno per la maggiore nell'ambito degli FPS militari. Il risultato è una sorta di incrocio tra Enemy Territory e Battlefield con l'implementazione di tutte le opzioni tipiche degli shooter moderni e con grandi mappe, piene di edifici e di obiettivi da difendere e attaccare, che possono essere combattute in chiave action, con i soldati più resistenti ai colpi, o in chiave simulativa, con un tasso di mortalità estremo.
La respirazione è tutto
Gran parte del fascino di Rising Storm è legato al contesto storico con grandi sbarchi sottolineati da colonne sonore suggestive, in un mix che esalta le partite di stampo simulativo. I compagni ci cadono intorno come mosche e la nostra stessa morte arriva all'improvviso, senza darci il tempo di reagire. Ma l'atmosfera e le meccaniche smorzano la potenziale frustrazione poichè la fine improvvisa non dipende da marchingegni futuristici che vedono tutto, bensì dalla fortuna o dall'abilità di un soldato che può contare esclusivamente sulla meccanica della propria arma, sul calcolo della fisica dei proiettili, su un mirino spartano e sulla propria tranquillità. La respirazione, infatti, può essere controllata, in qualsiasi momento, con l'apposito tasto che attiva anche un lieve zoom. In questo modo la feature non ha una funzione limitata ai tiri di precisione ma diventa rilevante anche durante le lenta esplorazione di edifici potenzialmente occupati da nemici. Il respiro, comunque, è sempre importate a prescindere dalla capacità del nostro soldato di trattenerlo.

Requisiti di Sistema PC
- Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7-3770K @ 3.50GHz
- 16 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX680
- Sistema operativo Windows 8
- Requisiti Minimi
- Processore Dual Core 2.3 GHz o superiore
- 2 GB RAM
- Scheda video 256 MB SM 3.0 DX9 - NVIDIA GeForce 7800 GTX / ATI Radeon HD 2900 GT
- 8 GB di spazio su disco
Beta
Rising Storm include anche i bot che possono occupare i posti lasciati vacanti dai giocatori riempendo le mappe con quei 64 giocatori che rendono il tutto più credibile. Purtroppo l'intelligenza artificiale non brilla e non si distingue da quella di titoli datati come Battlefield Vietnam. Talvolta i bot ci crivellano di colpi come guidati da una sola mente alveare, altre volte ci guardano straniti aspettando una fine inevitabile. Per questo è sempre preferibile scegliere server pieni, anche vista l'ampiezza delle mappe, con eventuali bot e relative mancanze ridotti al minimo. Non si tratta, comunque, dell'unico problema rimasto dalla beta anche se buona parte dei difetti visivi sono stati sistemati nella release finale. In ogni caso, dando per scontato l'arrivo di corpose patch in stile Tripwire, ci troviamo di fronte a un titolo interessante che mescola abilmente simulazione e ritmi serrati, in un contesto credibile.

Alla conquista del Giappone, un granello di sabbia alla volta
Rising Storm ripropone la formula di Red Orchestra 2 in forma più rifinita e con l'aggiunta di un interessante confronto asimmetrico tra le due fazioni. Il risultato è un titolo dal taglio tattico in cui posizionamento e cariche di sfondamento si alternano creando un fronte di battaglia vivo e credibile. Purtroppo i glitch, un netcode non sempre ottimale e i bot, elemento gradito ma ancora da rifinire, impediscono all'espansione stand-alone di svettare. In ogni caso la formula è fresca, il prezzo è buono e Tripwire non si risparmia quando si parla di supporto e di patch.
Mattia Armani
Pro
- Interessanti le differenze tra i due schieramenti
- L'ambientazione del Pacifico non è nuova ma è senza dubbio meno inflazionata di quella occidentale
- Ottimo rapporto qualità/prezzo
Contro
- L'intelligenza artificiale che controlla i bot non brilla
- Parecchi glitch anche nella versione finale