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Sul mito (post romantico e retrò)

Creato il 11 dicembre 2011 da Spaceoddity
Il mito non è importante per ciò che racconta, bensì per il fatto che si continua a raccontare. Sul mito (post romantico e retrò)La vera forza di un mito è la forza propulsiva alla mitopoiesi, cioè la capacità di indurre a riraccontarlo, a riformularlo; il vero mito è un capolavoro di narratologia. Persino nella versione più popolare, per fare solo un esempio: quella che gli 883 sbandieravano parecchie estati fa con Sei un mito, il "mito" in questione è qualcuno di cui per i più diversi e imprevedibili motivi valeva la pena parlare (nel brano di cui sopra, una ragazza splendida, sempre desiderata).
Il mito, dunque, è un atto di parola, o, se si vuole, una parola in atto. Il vero mito è quello che si continua a raccontare, quello che trova energie e capacità linguistica per riformularsi. I miti perduti non sono
trouvailles per palati raffinati, ma racconti che hanno perso il loro potere originario e diventano puro pretesto per atti verbali che hanno altri scopi e altre tentazioni metaforiche, molto più vicine alla realtà minuta, al caso particolare. Sono casi di racconti con un tessuto narrativo più lasco, meno vicino all'archetipo del raccontare e raccontare ancora. Testimoniano l'importanza del mito nel raccontare il mondo, l'uomo; però non ne condensano la natura, l'essenza, bensì occasioni particolari, la piccolezza del caso e le sue effimere maschere. 


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