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Sul modello scientifico ed educativo Temperance Brennan (Bones) e sull’odierno monito non condivisibile di Papa Francesco.

Creato il 16 agosto 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Bones_title_carddi Rina Brundu. Ho un tremendo rispetto per Papa Francesco, come ce l’ho per chiunque predica bene e “razzola” ancora meglio, non importa quali siano i suoi “credo”. Il rispetto è aumentato dall’intuizione delle difficoltà che sta incontrando questo Papa straordinario, venuto dalla fine del mondo, nel tentativo di cambiare una istituzione sclerotizzata come è quella della Chiesa Cattolica e di smantellare i “privilegi” dei tanti boiardi (specie quelli che promuovono ossimoriche visioni intellettualizzanti) che l’hanno fatta vivere così come è vissuta fino a pochi anni fa, ovvero prona alle lusinghe del mondo piuttosto che a quelle improbabili di matrice spirituale.

Eppurtuttavia quando si sentono prediche come quella odierna qualche critica bisogna farla, o si è in qualche modo conniventi. Certo quando Papa Francesco esorta la folla a frequentare messa, si rivolge al suo popolo, ai suoi fedeli e sta semplicemente facendo il suo lavoro. Il problema però è che tanti di quei fedeli sono madri, sono padri, sono nonne e nonni di bambini e bambine che loro malgrado cresceranno dentro queste gabbie mentali da cui sarà virtualmente impossibile liberarsi in età adulta. Il problema è che si tratta di gabbie mentali che a loro modo comprometteranno infinite “possibilità” nella loro esistenza futura.

Di fatto non esiste in Italia un body autorevole che si occupi di formazione e che in dato modo funzioni da organo prottetivo dei diritti intellettuali degli individui e dei minori in particolare. Per qualche ragione si ritiene che se il danno cagionato non è “morale”, se il danno non è “fisico” non sia un “danno”. Eppure è proprio il contrario. Ed è proprio questo short-coming educativo che nel futuro prossimo sarà alla radice della generazione di ghetti culturali importanti che già oggidì determinano tanta disoccupazione, tanta estraneazione. Manca insomma un’autorità educazionale dotata della stessa autorità che ha per i suoi fedeli la Fede di Papa Francesco, che faccia comprendere come una possibile sorgente cosmica (un Dio?) di tutto ciò che è il multiverso, ha scritto nelle leggi della Fisica (e non tra le pagine di una Bibbia dettata via roveto-ardente o padreterno incazzato), la Sua dottrina più vera. Che spieghi come questo Essere meraviglioso, qualora esistesse, non necessiti di fedeli adoranti proni alle messe, alle penitenze, alle autoflagellazioni, alle comunioni e superstizioni correlate, quanto piuttosto di esseri knowledgeable, intelligenti e curiosi capaci di rivelare e di mostrare ai loro simili tutta la grandezza e la bellezza che ha nascosto nel Creato.

Da questo punto di vista, dà da pensare il fatto che in tempi di televisione decadente, la fantasia senza limiti apparenti di alcuni geniali sceneggiatori hollywoodiani stia partorendo delle serie televisive che sono creazioni artistiche fenomenali, educative, finanche adatte a diventare veri e propri “tool” didattici in dati contesti, con alcune puntate-cammeo che fanno impallidire certi “romanzetti” nostrani vincitori di “prestigiosi” premi letterari. È questo il caso della serie “Bones” che ha per protagonista la dottoressa Temperance Brennan. Creata da Hart Hanson, questa serie televisiva è basata sulla vita della scrittrice e antropologa forense Kathy Reichs e propone un modello femminile e scientifico assolutamente brillante.

“Bones” (che nella serie è anche il nomignolo dell’eroina magistralmente interpretata dall’attrice statunitense Emily Deschanel), è infatti una donna bella, forte, molto intelligente, knowledgeable, ma soprattutto dotata di un senso pratico assoluto e di una dirittura morale che fa completa equazione con la dimensione scientifica dentro cui vive e che pertanto non conosce alcuna possibilità di “aggirare” l’etica che la fa esistere. Favolosa, tra le tante, risulta una sua interazione con un prete di vecchio stampo, laddove da un lato Bones non esita a farsi gioco dei suoi riti con quella che lei chiama l’acqua magica (l’acqua santa) e dall’altro gli da a suo modo manforte perché, gli spiega, se il vecchio prete non optasse per tenere l’intero Sistema in piedi, tutta l’impalcatura di quel suo “credo” cadrebbe giù schiantandosi a terra, di fatto determinando la fine, once and for all, del culto cristiano proprio come a suo tempo finirono i culti di Giove, degli dei nordici e qualsiasi altra convenzione religiosa adottata in tempi remoti.

Ma allora Papa Francesco dovrebbe tacere? Giammai. Una cosa sono questi riti datati, fondamentalmente superstiziosi, obsoleti e ridondanti e altra cosa è il nostro anelito verso il metafisico, la nostra necessità di confrontarci con l’ignoto (ovvero con le questioni che pone la non-conoscenza), con le ragioni grandi che giustificano la nostra esistenza. La Chiesa del futuro dovrebbe dunque proporsi come una sorta di mentore filosofico ed etico e Papa Francesco dovrebbe spingere verso questo risultato, in barba ai tanti boiardi intellettuali che lo tampinano, e soprattutto senza mai dimenticare che il miglior tempio in cui meditare dovrebbe essere proprio dentro di noi, nel punto esatto dove sostiamo, non a messa in Chiesa.


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